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UNIONE EUROPEA-CINA: ANNUNCIO DALLA CINA DEL COMMISSARIO UE, CIOLOS DELL’AVVIO DI UN RAPIDO PROCESSO DI REGISTRAZIONE RECIPROCO DI 10 PRODOTTI DOP E IGP EUROPEI E 10 CINESI (VEDERE ELENCO). ECCO I COMMENTI: DA GALAN AGLI AGRICOLTORI

Non Solo Vino
Ecco il Pecorino made in China

Dopo l’aumento nel 2010 delle esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano del 162% in Cina, nonostante la tradizionale opposizione al consumo di prodotti lattiero caseari da parte dei cittadini asiatici, non può che essere accolto con favore il superamento degli ostacoli al riconoscimento da parte della Cina dei primi due prodotti di alta qualità italiani come il Prosciutto di Parma ed il Grana Padano. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’annuncio del Commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos dalla Cina dell’avvio di un rapido processo di registrazione reciproco di 10 prodotti Dop e Igp europei.
Un risultato che avviene nell’accordo di reciprocità che ha già portato l’Unione Europea nel novembre 2010 a proteggere dalle imitazioni attraverso l’iscrizione nel registro degli alimenti a indicazione geografica protetta (Igp) la pasta alimentare “Longkou Fen”, la prima pasta “Doc” Made in China nota anche con il nome di vermicelli cinesi (cellophane noodles), che è ottenuta - spiega la Coldiretti - con amido secco ricavato da fagiolini verdi e piselli dalla forma di sottili vermicelli di spessore uniforme, morbidi ed elastici, che non si incollano e dal colore bianchi translucido.
Dopo il superamento dei vincoli all’esportazione la protezione accordata dalla Cina apre nuove ed importanti prospettive a due prodotti che hanno fatto segnare risultati estremamente positivi all’estero. Il 2010 - rileva la Coldiretti - è stato un anno record per l’export del Prosciutto di Parma che ha registrato un incremento del 9,5%, ottenendo il miglior risultato di sempre ma soprattutto per il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano, con l’ export che è cresciuto del 26% in valore.
Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sud America, ma anche Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania.
L’accordo è importante per evitare il rischio reale che si radichi in Paesi nuovi consumatori come la Cina un falso Made in Italy che - conclude la Coldiretti - toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.

Focus - I prodotti europei riconosciuti dalla Cina
Grana Padano (Italia)
Prosciutto di Parma (Italia)
Roquefort (Francia)
Pruneaux d’Agen/Pruneaux d’Agen mi-cuits (Francia)
Comté (Francia)
Priego de Cordóba (Spagna)
Sierra Mágina (Spagna)
White Stilton Cheese/ Blue Stilton Cheese (Inghilterra)
West Country Farmhouse Cheddar (Inghilterra)
Scottish Farmed Salmon (Scozia)

Focus - I prodotti cinesi riconosciuti dall’Unione Europea
Dongshan Bai Lu Sun (asparagi)
Guanxi Mi You (agrume)
Jinxiang Da Suan (aglio)
Lixian Ma Shan Yao (tubero)
Longjing cha (tè)
Pinggu Da Tao (pesca)
Shaanxi ping guo (mela)
Yancheng Long Xia (aragosta)
Zhenjiang Xiang Cu (aceto)
Longkou Fen Si (spaghetti)

La posizione - Cia (Confederazione Italiana Agricoltori): “Ue-Cina: un nuovo successo per l’agroalimentare “made in italy”; bene la caduta di tutti gli ostacoli al riconoscimento da parte di Pechino del Grana Padano e del Prosciutto di Parma”
La caduta di tutti gli ostacoli al riconoscimento da parte della Cina di due prodotti di alta qualità italiani, come il Grana Padano e il Prosciutto di Parma, viene accolta con soddisfazione dalla Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che commenta in maniera positiva l’annuncio fatto oggi a Shanghai dal Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos. Si tratta - afferma la Cia - di un’ulteriore importante vittoria della qualità dell’agroalimentare “made in Italy” che continua a registrare significativi successi sui mercati internazionali, visto che il valore delle esportazioni nel 2010 si è avvicinato ai 30 miliardi di euro.
La Cia auspica, quindi, che l’affermazione all’estero di prodotti di grande rilevanza per il nostro agroalimentare, come il Grana Padano e il Prosciutto di Parma, possano portare reali riscontri anche ai nostri agricoltori che stanno vivendo una situazione critica a causa degli alti costi di produzione e dei prezzi sui campi non remunerativi.
Ovviamente, questa “apertura” da parte della Cina non deve far abbassare la guardia nei confronti dell’agropirateria internazionale verso l’agroalimentare italiano, il più clonato nel mondo. Basti pensare - afferma la Cia - che attualmente le nostre produzioni a denominazione tipiche e di qualità, si trovano di fronte a un vero e proprio accerchiamento. Falsi e “tarocchi” che generano, ogni anno, un business da 60 miliardi di euro.

Il Ministro Galan: “grande soddisfazione per Grana Padano e Prosciutto di Parma in Cina, ma questo vuol dire anche intensificare al massimo la lotta alle contraffazioni che danneggiano in diverse parti del mondo il nostro made in italy”
“Il riconoscimento da parte della Cina delle due Indicazioni Geografiche italiane, Grana Padano e Prosciutto di Parma, rappresenta un punto di partenza importante per la registrazione, la protezione e la valorizzazione dei nostri prodotti Dop e Igp nei mercati asiatici. L’obiettivo dell’Italia e del Ministero delle Politiche Agricole è quello di proseguire su questa strada, valorizzando le eccellenze agroalimentari e dando così la possibilità a tutte le Indicazioni Geografiche di guadagnare spazi importanti sia tra operatori e consumatori cinesi sia in tutto il resto del mondo”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, Giancarlo Galan.
“È fondamentale, comunque, tenere alto il livello di attenzione e continuare a vigilare - spiega Galan - su tutte le possibili attività di frode o contraffazione alle quali sono potenzialmente soggette le denominazioni italiane registrate, con lo scopo di tutelare i nostri produttori anche in un mercato come quello cinese, in rapida evoluzione nei consumi sempre più spesso orientati verso l’acquisto di prodotti italiani famosi nel mondo”.

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