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UNIONE EUROPEA: DA TELLINE A NUTELLA, L’EUROPA CAMBIA LE TAVOLE D’ITALIA E D’EUROPA. LO DICE LA COLDIRETTI. CHE SPIEGA CHE MA ANCORA MOLTO RESTA DA FARE: “L’ETICHETTA RESTA ANONIMA PER IL 50% DELLA SPESA: FORMAGGI, SALUMI, PASTA, SUCCHI DI FRUTTA”

Dal vino senza uva al formaggio senza latte fino all’entrata in vigore il primo giugno del regolamento mediterraneo che colpisce telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica nazionale sono alcune delle recenti prese di posizione dell’Unione Europea che stanno cambiando le tavole degli italiani. Emerge da uno studio della Coldiretti, realizzato per l’allarme lanciato del vice presidente del gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, sul fatto che il primo sì del Parlamento Europeo all’introduzione, per ogni alimento, del miglior profilo nutrizionale (indicando, quindi, nell’etichetta non solo le quantità di grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale, ma anche proteine, carboidrati, fibre, grassi artificiali, ndr) potrebbe “mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari”.
Prima di telline e cannolicchi, a subire gli effetti delle normative comunitarie era stato, nel 2009, un altro importante prodotto della dieta mediterranea, come il vino, per il quale a causa della riforma europea di mercato del settore vitivinicolo, è stata autorizzata la possibilità di zuccheraggio per i Paesi del nord Europa, ma anche la produzione e la commercializzazione di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes, dopo che l’Unione Europea aveva già dato il via libera all’invecchiamento artificiale del vino attraverso l’utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno. Un inganno che - continua la Coldiretti - si aggiunge alla possibilità di vendita nell’Unione Europea nei negozi, o attraverso internet, di kit per la preparazione casalinga in meno di un mese di vini, per effetto di una curiosa interpretazione della legislazione.
In realtà - continua la Coldiretti - nonostante l’impegno dell’Unione Europea nel tutelare le denominazione dei prodotti alimentari tipici continuano a proliferare anche in Europa. E’ il caso - spiega la Coldiretti - dei formaggi tipici dove, dopo il Parmesan, è stato scoperto in Romania il Parmezan, ma anche la Fontina svedese, il Parmi olandese, la polenta che diventa “palenta” in Montenegro, il barbera bianco venduto un supermercato rumeno, il Cambozola in Germania o la pasta Milaneza venduta in Portogallo.
E’ invece di poco più di un mese fa la decisione della Commissione Europea di non accogliere la proposta italiana di decreto ministeriale che obbliga ad indicare l’origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari ma vieta anche l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi. Con la norma si stabiliva chiaramente che il formaggio si fa con il latte e non con le polveri mentre già dal 2009 l’Unione Europea consente che - sottolinea la Coldiretti - possa essere incorporato fino al 10% di polvere di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte.
La possibilità di vendere sul mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall’arancia senza contenere tuttavia neanche una minima percentuale del prezioso agrume è stata, invece, scongiurata in Italia dopo il tentativo di inserirla in passato tra le norme di recepimento della legislazione comunitaria.
Le contraddizioni delle scelte politiche europee sono evidenti - sottolinea la Coldiretti - nelle norme che riguardano l’indicazione in etichetta l’origine dei prodotti agricoli impiegati che è obbligatoria per la carne bovina ma non per quella di maiale, per la frutta fresca ma non per quella trasformata, per il latte fresco ma non per quello a lunga conservazione o per i formaggi.
Non mancano, però, le buone notizie - spiega la Coldiretti - come la recente decisione dell’Unione Europea di rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine dell’extravergine di oliva, a partire dal luglio 2009, favorita dal pressing della Coldiretti che ha avviato una campagna per l’etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti.
E’ passato anche l’obbligo, poi, per i grandi marchi commerciali tipo Coop, Conad, Carrefour, di indicare il nome di chi effettivamente produce i prodotti da loro messi in vendita. Esentate dall’obbligo dell’etichettatura le bevande alcoliche, vino compreso, fatta eccezione per quelle miste.

Focus - Coldiretti, la metà della spesa è anonima
Negli ultimi anni, con la mobilitazione a favore della trasparenza dell’informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva. Ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per il 50% della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.

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