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UNIONE EUROPEA: PER FUTURO ALIMENTARE MANCANO MEZZO MILIONI DI GIOVANI AGRICOLTORI

Mancano all’appello cinquecentomila giovani agricoltori, dei quali il 10% in Italia, per assicurare alle campagne europee un turn over comparabile a quello di altri settori e in grado di garantire in futuro la sicurezza alimentare e la salvaguardia ambientale e territoriale dell’Unione Europea. La sfida è stata lanciata dai giovani della Coldiretti al seminario dei giovani agricoltori europei (Ceja - Conseil europeen des jeunes agriculteurs), riuniti ad Orvieto dal 28 al 29 aprile per discutere di “Competitività e sostenibilità: modello di sviluppo del made in Europe”, sulla base dei dati emersi dallo studio “Giovani e imprese in agricoltura” (Sotte, Carbone, Corsi).
Se in Italia - riferisce la Coldiretti - si stima complessivamente un fabbisogno di ulteriori 60mila giovani imprenditori agricoli, la situazione è differenziata tra le diverse regioni con la mancanza di 8800 unità in Campania, 6500 in Emilia Romagna, 5600 in Piemonte, 5300 in Veneto, 5100 in Puglia, 4000 nel Lazio e in Sicilia, 3300 Marche, 3000 in Abruzzo, 2300 in Toscana, 1800 in Trentino Alto Adige, 1800 in Lombardia, 1500 in Basilicata, 1300 in Calabria, 1200 in Molise e Sardegna, 1000 in Umbria, 800 in Friuli Venezia Giulia e Liguria e 100 in Valle d’Aosta.
Di fronte a questo scenario gli oltre duecento giovani provenienti da tutti e 25 i Paesi dell’Unione Europea in rappresentanza del milione e mezzo di giovani imprenditori agricoli europei si sono incontrati - ha sostenuto il presidente del Ceja Giacomo Ballari - per discutere della competitività dei prodotti agricoli ed agroalimentare europei ottenuti secondo regole che garantiscono sicurezza alimentare, ambientale, benessere degli animali e standard di salute pubblica, ma anche degli strumenti necessari per esprimere tutte le potenzialità del settore agricolo ed agroalimentare europeo in un progetto di sviluppo complessivo dell'Unione Europea.
Bisogna rimuovere gli ostacoli ancora presenti e fare in modo che ogni giovane possa realizzare il proprio sogno imprenditoriale in una agricoltura rigenerata e attenta alla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini - ha continuato Donato Fanelli, Delegato Nazionale dei Giovani Coldiretti, l’organizzazione più rappresentativa a livello comunitario.
Secondo una recente indagine della Coldiretti sono circa un milione mezzo gli imprenditori agricoli under 35 nell’insieme dei 25 Paesi dell’Unione Europea con una percentuale inferiore al 9 per cento del totale. In altre parole nell’Europa allargata meno di un agricoltore su dieci è al di sotto dei 35 anni e l’età media del conduttore di azienda è di 54 anni, nonostante l’allargamento abbia “ringiovanito” il settore con paesi come la Polonia dove sono giovani il 16,3 per cento degli imprenditori agricoli rispetto al 3,9 per cento dell’Italia e al 2,7 per cento del Portogallo, con l’agricoltura “più vecchia” d’Europa. In Italia sono quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole che rappresentano la componente più dinamica dell’agricoltura italiana. Secondo un’indagine della Coldiretti le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54% alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75% della media (18.720 Euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per azienda in più.
Inoltre - conclude la Coldiretti - le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7% delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1%), ma incontrano qualche difficoltà nell’acquisto del capitale terra che solo nel 54% dei casi è in proprietà rispetto al 74% della media nazionale.

Focus - I giovani under 35 nelle campagne italiane a fare impresa
Numero di aziende 107.000 (più di un quinto di quelle europee)
Conduzione femminile 25 %
Superficie media per azienda 9,4 ettari (oltre 54% in più della media nazionale)
Fatturato medio per azienda 18.720 (75% in più della media nazionale)
Numero di occupati per azienda 0,9 unità (50% in più della media nazionale)
Propensione al biologico 3,7% (rispetto al 2,1% della media nazionale)
Proprietà terra 54% (contro il 74% della media nazionale)
Fonte: elaborazione Coldiretti (su pubblicazione Eurostat)

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