In Usa le importazioni di vino vanno ancora a rilento nella prima parte del 2021. Ma conforta il fatto che il raffronto, almeno per l’Italia, sia fatto con un inizio anno da record, soprattutto a gennaio/febbraio 2020, prima della pandemia, con la corsa alle scorte legata al timore di dazi che poi, per fortuna, non hanno toccato il Belpaese. Ed ancora di più rassicura la progressiva e costante ripresa della ristorazione, canale in cui il vino italiano è più forte nel suo primo mercato straniero. Così, se i dati Istat relativi al primo trimestre 2021, analizzati da WineNews, parlavano di un -12,1% anno su anno, il dato è in linea con il -12% registrato sui primi 4 mesi, sui dati delle Dogane, da Nomisma - Wine Monitor, che approfondirà lo spaccato sugli Usa, il 19 giugno, a Verona ad “Opera Wine”, la degustazione delle 186 cantine icona d’Italia, selezionate dalla rivista Usa “Wine Spectator”, di scena alle Gallerie Mercatali, per la regia di Veronafiere e Vinitaly.
Secondo i dati, le importazioni Usa, nel complesso, sono a -11% nel primo quadrimestre 2021, con la Nuova Zelanda a -21%, e la Francia a -3%. Una perdita, però, almeno per parte italiana, che pare in gran parte imputabile all’avvio record del 2020, visto che il confronto mensile racconta una inversione di tendenza. Ad aprile 2021 (sul 2020), infatti, l’import di vini fermi segna +15% nel complesso, con un +31% per l’Italia ed un +30% per la Francia. E crescono anche gli spumanti, a +46% nel complesso (+89% per la Francia, +14% per l’Italia).
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