Neanche una stagione estiva all'insegna del maltempo è riuscita a "piegare" il gelato artigianale, che, nel 2002, ha visto crescere il consumo del 6% sul 2001: i dati vengono da Alberto Pica, presidente dell'Associazione Italiana Gelatieri (20.050 associati), il quale parla di un fatturato di 3,5 miliardi di euro con 330.000 tonnellate di gelato consumato (12 kg procapite). Il record dei consumi spetta al Lazio (e la parte del leone la fa Roma), seguito da Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Piemonte, Sicilia e Liguria. "Nel settore - aggiunge Pica - sono attive 32.800 aziende, per lo più a conduzione familiare, pari a una forza lavoro di 150.000 addetti.
Ma come cambiano i gusti del consumatore? "La nostra associazione - dice Pica - ha avviato un monitoraggio di 1200 gelaterie campione dal quale risulta un deciso orientamento del cliente verso i gusti più tradizionali, ovvero le creme, però reinterpretati con una sapiente miscelazione di frutta nostrana, liquori o vini passiti. Resta sempre prioritario per i consumatori l'utilizzo di latte fresco e di prodotti di qualità". In testa alle preferenze dunque gelato alle creme (nocciola, seguita da pistacchio e cioccolato), abbinato a frutta nostrana (fragoline di bosco, pesche ...) o al liquore o ai vini passiti. In calo invece il gelato ai gusti esotici (kiwi, papaia, cocco).
Ma se il gelato va forte, cresce anche l'interesse dei consumatori per la pasticceria artigianale. Anche per le festività, un sondaggio ha evidenziato un aumento del 5% nel consumo di panettoni, pandoro, torroni e specialità tipiche locali sui 150.000 quintali prodotti alla fine del 2001. In salita, pur restando ancora un mercato di nicchia, l'e-commerce dei dolci artigianali. In aumento (+4% sul Natale 2001) anche i consumi di dolci tradizionali. Come spiega Mario Angelini, presidente di Conpait (Confederazione Italiana Pasticceri), "in Italia operano 20.000 pasticcerie artigianali all'interno delle quali lavorano 100.000 addetti. Una delle novità più importanti del 2002 è la nascita di diverse esperienze formative per il settore, tradizionalmente alle prese con la mancanza di manodopera specializzata. Crescono - aggiunge Angelini - gli istituti alberghieri che organizzano al loro interno corsi di formazione per la preparazione di figure professionali nel settore della pasticceria artigianale, e a questi si aggiunge il corso di laurea breve per "maestri pasticceri" istituito dall'Università di Verona".
Anche il pane artigianale resta una presenza fissa sulle tavole degli italiani. Nel paese vengono prodotte circa 250 tipologie di pagnotte, conosciute con oltre 1.500 nomi diversi nelle varie regioni. La produzione si svolge in 28 mila panetterie artigianali che sfornano 3,2 milioni di tonnellate di pane all' anno (20 milioni di tonnellate in Europa), per un consumo annuo pro capite di 68 kg ed una spesa media di 210 euro. Il pane artigianale copre il 92% del mercato e il restante 8% e' riservato alla produzione industriale. Gli addetti impiegati nei laboratori artigianali sono circa 78 mila. In Germania il consumo pro capite e' identico a quello italiano mentre in Francia scende a 47 kg annui. Generalmente nei Paesi dell'Ue e' molto superiore la produzione industriale rispetto all' Italia, con punte dell' 80% in Gran Bretagna. Nella classifica delle preferenze salgono i pani preparati secondo antiche ricette, i pandolci, il pane etnico; in discesa il pane comune.(Ansa)
La curiosità - Tutto ok per le macchine italiane per la gelateria
L'Italia è leader mondiale delle macchine per la gelateria: si tratta di un comparto che conta una dozzina di imprese altamente specializzate che realizzano un fatturato annuo di oltre 110 milioni di euro, dando lavoro a 500 addetti. Preponderante la quota di esportazione, che raggiunge il 70% del fatturato totale. Il 2002 è stato un anno di consolidamento del settore, con una lieve flessione negli ordini e nel fatturato (il 2001 aveva invece segnato una significativa crescita). Ma le previsioni degli operatori per il 2003 sono improntate all'ottimismo: quest'anno è atteso un recupero che dovrebbe riportare il comparto almeno ai livelli del 2001. Dopo l'Italia, dove è da tempo consolidata la tradizione del gelato artigianale, il secondo mercato per le nostre industrie è quello tedesco. E, proprio la Germania, con l'economia in flessione da qualche anno, ha segnato nel 2002 una diminuzione degli ordinativi. Tra i nuovi mercati dell'industria italiana delle macchine per gelato, troviamo il Giappone e gli Stati Uniti, dove si comincia ad apprezzare il prodotto artigianale, pur restando sempre largamente prevalente quello industriale.
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