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VENDEMMIA 2009: OTTIMA ANNATA, MA QUELLO CHE PREOCCUPA È IL SUO IMPATTO ECONOMICO. LE PRIME PREVISIONI: DA LA VIS A BELLAVISTA, DA VENICA A FEUDI DI SAN GREGORIO, DA PLANETA A DONNAFUGATA, A TASCA D’ALMERITA … CIA: “ALLARME TRA LE AZIENDE ITALIANE”

Italia
Vigneti

Evidentemente con l’obbligo del beneficio dell’inventario, WineNews ha cercato di raccogliere le primissime impressioni su quello che offrirà la vendemmia 2009. Un percorso limitato ad alcune zone d’Italia, quelle storicamente più precoci e dove si concentra la produzione bianchista e quella spumantistica, che presumibilmente saranno le prime ad iniziare le operazioni di raccolta.
Il recente andamento climatico è stato contraddistinto dalla presenza di un anticiclone subtropicale e da una fase instabile e fresca, con buoni accumuli piovosi, che si sono sommati a quelli invernali e primaverili. Il successivo arrivo dell’attuale ondata di caldo, unito alle elevate percentuali di umidità, hanno favorito lo sviluppo di alcune malattie fungine della vite, specialmente dell’odio, che però non sembrano aver causato grossi danni. La vite ha concluso ovunque la fioritura senza particolari problemi ed adesso si appresta ad invaiare. Qualche anticipo sul 2008 nel ciclo fenologico della pianta si registra al nord; al centro e al sud si segnala una sostanziale analogia con i tempi dello scorso anno. Un’annata che potrebbe essere qualitativamente molto buona, e che dovrebbe garantire un livello quantitativo almeno pari se non superiore sul 2008, ma previsioni più precise saranno possibili in settembre.
Resta, invece, una vendemmia problematica dal punto di vista economico, fra effetti della crisi, perdita di competitività delle aziende, calo dei consumi e una politica di divieti generalizzata.
Per Fausto Peratoner, direttore generale della cantina trentina La Vis, una delle realtà cooperative più importanti d’Italia, la situazione attuale “ha tutte le premesse per produrre una annata ottimale. Sul 2008 siamo circa una settimana in anticipo, le quantità sono in linea con quelle del 2008 e cominceremo a raccogliere subito dopo ferragosto, basi spumante comprese”.
Anche dalla Franciacorta un sostanziale ottimismo nelle parole di Mattia Vezzola, enologo di Bellavista, una delle griffe più importanti del mondo delle bollicine del Bel Paese: “una vendemmia, quella del 2009, contraddistinta dal caldo che ci costringerà a cominciare a raccogliere con una settimana di anticipo - spiega Vezzola - intorno al Ferragosto con un carico quantitativo un po’ minore sul 2008, del 5/6%”.
“Per ora è andato tutto bene - dichiara Gianni Venica, a capo dell’azienda friulana Venica & Venica, una delle realtà più importanti della produzione bianchista italiana - climaticamente e nella conduzione dei vigneti. Potrebbe essere una buona annata qualitativamente parlando e, certo, sarà abbondante dal punto di vista quantitativo. Una vendemmia di sicuro più tranquilla rispetto a quelle che abbiamo affrontato nel recente passato”.
Spostandoci a sud, Antonio Capaldo, presidente della Feudi di San Gregorio, una delle aziende campane protagoniste del boom enologico di questa terra ad alta vocazione enologica, spiega che “l’Irpinia è notoriamente una zona tardiva e non cominceremo a raccogliere prima della metà di settembre. Comunque si preannuncia un’annata molto buona sia qualitativamente che quantitativamente. Piuttosto - aggiunge Capaldo - quello che preoccupa è la vendemmia dal suo lato economico. Nella nostra zona l’impatto della crisi potrebbe aver causato dei notevoli danni e qualche azienda, specialmente tra le medio-piccole di più recente fondazione, potrebbe uscire dal mercato”.
In Sicilia, situazione per certi aspetti inusuale perché “le operazioni di raccolta cominceranno un po’ in ritardo - spiega Alessio Planeta, alla guida insieme ai cugini Santi e Francesca di una delle griffe che hanno decretato il successo enologico dell’isola - subito dopo ferragosto. Un po’ presto per dare giudizi definitivi, ma le uve sono belle e non hanno avuto, per ora, nessun problema”.
“Cominceremo a raccogliere le nostre uve più precoci, a partire dallo Chardonnay, a cavallo di Ferragosto - spiega Antonio Rallo, titolare insieme alla sorella José di Donnafugata, uno dei marchi storici dell’enologia siciliana - poi procederemo con lo Zibibbo a Pantelleria. Livello quantitativo buono, perché le piante hanno prodotto bene senza nessun tipo di stress. Dovrebbe essere una annata di ottima qualità, ma, i momenti decisivi, evidentemente, sono quelli che ci aspettano da ora in poi”.
Prudente Alberto Tasca, ad di Tasca d’Almerita, storica griffe del vino siciliana e non solo, nel sottolineare che “l’analisi sulla vendemmia è fattibile soltanto quando l’uva è in cantina, ad oggi, comunque, nelle tenute che abbiamo in giro per la Sicilia - prosegue Antonio Tasca - abbiamo una situazione molto buona, le piante sono sane, non necessitano di particolari trattamenti, abbiamo avuto un inverno molto piovoso e l’estate non è ancora stata particolarmente calda, quindi si prospetta un buon livello quantitativo e una vendemmia in linea con le diverse epoche di maturazione delle uve nel senso che non sarà una vendemmia anticipata almeno che non esploda un caldo eccessivo. Ovviamente sono determinanti i giorni futuri per tirare le somme in modo più esauriente”.

Focus - Confederazione Italiana Agricoltori (Cia): “Vendemmia 2009 buona, ma allarme per aziende italiane”
Vendemmia 2009, da oltre 46 milioni di ettolitri di buona qualità, ma scatta l’allarme per le aziende vitivinicole italiane per la caduta dei prezzi delle uve ai produttori. A sostenerlo è la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), che evidenzia “una situazione sempre più difficile per le aziende che devono affrontare una situazione sempre più difficile con una sensibile crescita dei costi produttivi e contributivi, con riflessi negativi anche sui redditi”.
“Al favorevole andamento produttivo, quest’anno si contrappone - ha commentato il presidente della Cia, Giuseppe Politi - uno scenario complesso e carico di nubi oscure per le imprese. Sul settore si riflettono gli effetti della crisi economica: assistiamo ad una perdita di competitività delle aziende accompagnato dal costante calo dei consumi interni (soprattutto per i vini da tavola) e da un’impropria informazione con divieti generalizzati che danneggiano - ha poi concluso Politi - una bevanda come il vino che ha tradizioni profonde nella nostra cultura. Un insieme di fattori che, quindi, preoccupa e rende inquieto il settore agli inizi della nuova vendemmia”.

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