Che la vendemmia 2014 non sia tra le più semplici di sempre, per usare un eufemismo, ormai è cosa nota. E tra chi cercherà comunque di produrre il meglio, c’è chi sceglie vie diverse per tutelare il proprio brand. Come Bertani, azienda storica della Valpolicella e punto di riferimento nel panorama enologico italiano, che non produrrà il suo vino simbolo l’Amarone Classico 2014. “Una scelta precisa, con risvolti economici di grande portata - si legge in una nota - determinata da una convinzione che per Bertani è molto più che una filosofia: la massima ricerca della qualità, che passa attraverso l’appassimento naturale non realizzabile in un’annata come questa, caratterizzata dalle continue piogge”.
“Chi produce Amarone in fruttai ad appassimento naturale per coerenza al proprio stile, alla propria identità, secondo la tradizione più pura, dovrebbe a nostro avviso rinunciare inevitabilmente a questa annata. Noi abbiamo fatto questa scelta per l’Amarone Classico Bertani”, spiega Emilio Pedron, ad del gruppo Bertani Domains. “È stata una decisione importante, costosa ma coerente con il nostro stile, la nostra identità, e soprattutto di grande rispetto nei confronti dei nostri consumatori e clienti”.
In conformità con la propria tradizione, fin dal 1958, ovvero dal primo anno di produzione, spiega la cantina, l’Amarone Classico Bertani nasce da un lavoro artigianale di altissimo livello e richiede oltre ad una expertise tecnica specifica, anche l’utilizzo di una materia prima di elevata ed unica qualità: uve perfette, integre, messe a riposo esclusivamente su graticci in canna di bambù (arele), in locali di collina naturalmente arieggiati. L’appassimento avviene, quindi, in forma completamente naturale, aspetto determinante che conferisce all’Amarone Classico Bertani uno stile unico ed una esclusiva longevità. In questo processo naturale diventa determinatamente la qualità delle uve e meno invece il metodo (appassimento) con il quale si ottiene questo vino. In Bertani non a caso si continua a non parlare di appassimento ma di messa a riposo delle uve. L’andamento climatico di questa annata, con temperature che si sono mantenute al di sotto della media, con ridotte ore di sole a disposizione e livelli anomali di precipitazioni, hanno impedito il raggiungimento di una qualità delle uve tale da garantire i risultati richiesti dagli standard aziendali.
“Per questo Bertani ha deciso di essere la prima azienda della Valpolicella a comunicare la scelta di rinunciare alla produzione di Amarone Classico per la vendemmia 2014, così come si era già deciso di fare in un’altra annata particolare, ovvero il 2002. Ricordiamo come l’Amarone Classico Bertani sia un esempio “raro” in cui dal primo anno di produzione è sempre stata mantenuta identica la bottiglia, l’etichetta, il metodo di produzione e lo stile del vino”, aggiunge Pedron, che ribadisce come abbia inciso, in questa strategia, anche la volontà di non procedere con un appassimento “forzato” (come comunque consentito dal Disciplinare di Produzione): “con appassimento in fruttai tecnologici è infatti possibile la produzione di Amarone il cui risultato è indipendente dalla variabile meteo; in questo caso anche l’andamento climatico nel dopo vendemmia non ha nessun legame qualitativo con il prodotto finale, in quanto l’appassimento avviene in un luogo standardizzato nei paramenti da controllare, come umidità e ventilazione. Bertani da sempre produce il proprio Amarone Classico esclusivamente con appassimento naturale e facendo scelte diverse non sarebbe stato possibile raggiungere quella qualità che è da oltre mezzo secolo il nostro biglietto da visita nel mondo”.
Focus - La vendemmia vista da Pedron: “in annate così serve il coraggio di scelte difficili”
Al Nord è un’annata difficilissima, e che a certe denominazioni potrebbe servire anche per fare scelte importanti. Le cose vanno un po’ meglio al Centro, soprattutto in Toscana dove nonostante le piogge il Sangiovese sta resistendo e la situazione non è ancora compromessa, mentre c’è da aspettarsi una grande vendemmia nel Sud, dove non ci sono stati i problemi di caldo eccessivo che ci sono di solito”.
Questa, a grandi linee, l’annata 2014 raccontata, a WineNews, da Emilio Pedron, uno dei manager del vino italiano più preparati e navigati, e ad Bertani Domains, realtà del gruppo Angelini che comprende la Cav. G.B. Bertani a Grezzana (Verona), la Tenuta Novare a Negrar (Verona), Puiatti Vigneti a Romans d’Isonzo (Gorizia), Val di Suga a Montalcino, Tre Rose a Montepulciano, San Leonino a Castellina in Chianti (Siena), Collepaglia a Jesi (Ancona).
Quando parla di scelte importanti, Pedron, cosa vuol dire?
“Significa che bisogna imparare a dire la verità, che quando un’annata è cattiva vale meno di quelle precedenti o migliori, e quindi saper informare di questo i mercati. E magari essere bravi ad utilizzare le annate negative per smaltire delle giacenze, e così via. Io avevo proposto a Verona di rinunciare all’Amarone della Valpolicella nella sua totalità. Capisco che è una proposta ardita, e che non troverà consenso perché è molto impegnativa, ma nel complesso la denominazione ne avrebbe guadagnato in trasparenza, immagine e serietà. Ma è difficile, quando le scelte sono collettive mai sono forti e radicali, senza contare che poi ci son delle scelte imprenditoriali dove ognuno deve essere libero di fare quello che vuole, nel bene e nel male”.
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