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TRA I FILARI D’ITALIA

Vendemmia 2023, bene in quantità il Nord, male il Centro ed il Sud, con cali tra -20% e -40%

Le stime di Unione Italiana Vini (Uiv), Ismea e Assoenologi. Il calo medio stimato in un -12%, per 44 milioni di ettolitri

La media del calo di produzione stimato per la vendemmia italiana 2023, a -12% sul 2022, per 44 milioni di ettolitri, non è poi drammatico. Ma se il Nord tiene, con il -2% del Piemonte, per esempio, e addirittura cresce, con il +5% del Veneto ed il +15% della Lombardia, per esempio, dal Centro al Sud i dati sono decisamente peggiori: si va dal -4,5% dell’Emilia Romagna al -20% di Toscana e Lazio, dal -25% delle Marche al -30% di Sicilia e Puglia, al -40% dell’Abruzzo, con un situazione che mette in grande difficoltà soprattutto i viticoltori: è il quadro di sintesi che emerge alle stime di Unione Italiana Vini (Uiv), Ismea e Assoenologi, presentate oggi a Roma. Una vendemmia, dunque, che è una sorta di “Giano bifronte”, inquadrata in uno scenario, per altro, che può cambiare profondamente, visto che il grosso della raccolta sarà, dicono i tecnici, tra settembre ed ottobre. In ogni caso, la Peronospora, protagonista indesiderata di questo 2023, soprattutto al Centro e al Sud, ha minato, insieme al forte caldo, il raccolto in quantità, la qualità non sembra per ora averne risentito, almeno stando ai dati sulle basi spumante e sulle varietà più precoci già in cantina.

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