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LO SCENARIO

Vendemmia, consumi e commercio: tutto al ribasso il 2023 del vino nel mondo

I numeri della “Congiuntura Vitivinicola Mondiale 2023” dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino - Oiv, guidata da Luigi Moio

Nonostante la vendemmia 2023, a livello mondiale, sia stata la più scarsa dal 1961, con un produzione di 237 milioni di ettolitri di vino prodotti, in calo del 10% sul 2022, e una diminuzione netta in tutti in principali Paesi produttori, la produzione globale eccede la domanda di oltre 16 milioni di ettolitri di vino, visto che i consumi, in calo del -2,6% (e a ribasso per il terzo anno consecutivo), si sono fermati a 221 milioni di ettolitri. Anche il commercio internazionale è in difficoltà, con le esportazioni complessivamente in calo del -6% in volume, a 99 milioni di ettolitri, dato più basso dal 2010, con un valore da record, però, a 36 miliardi di euro, frutto di un prezzo medio al litro mai così alto, in media di 3,62 euro, in crescita del +2% sul 2022 e del 29% sul 2020, ma solo per l’effetto dell’inflazione e dei maggiori costi lungo la filiera, in parte scaricati sul mercato. Che, per il vino, resta comunque di impronta “globale”, visto che il 45% di tutto il vino consumato nel mondo è bevuto in un Paese diverso da quello di origine. Quadro di sintesi delle anticipazioni sulla “Congiuntura Vitivinicola Mondiale 2023” dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino - Oiv, guidata da Luigi Moio, e diffuse da Giorgio Del Grosso, capo Dipartimento Statistica e Digitalizzazione Oiv, nel convegno organizzato da Accademia Italiana della Vite e del Vino e da Accademia dei Georgofili, oggi a Firenze, nel quadro dei festeggiamenti per i 100 anni dell’Oiv, iniziati con il “Wine Ministerial Meeting” in Franciacorta nei giorni scorsi (qui il report di WineNews, e la nostra intervista al professor Moio), e che si chiuderanno in ottobre nella sede di Digione dell’Oiv, in Francia.
Nel dettaglio, si registra una leggera riduzione del vigneto mondiale, a 7,2 milioni di ettari (comprensivo di uva da vino e da tavola) a -0,5% sul 2022, effetto combinato di una stabilizzazione del vigneto cinese, cresciuto molto dal 2010 al 2020, e da un trend generalmente a ribasso un po’ ovunque. La Spagna, nel complesso, resta leader, con 945.000 ettari di vigna, davanti alla Francia con 792.000, alla Cina con 796.000 (ma quasi tutta uva da tavola) e all’Italia con 720.000 ettari (di cui oltre 660.000 di uva da vino, ndr). A livello produttivo, i primi 3 Paesi, ovvero Francia (48 milioni di ettolitri nel 2023, +4% sul 2022), Italia (38,3, -23%) e Spagna (28,3%, -21%), fanno il 48% della produzione, che arriva al 75% con i primi 8 Paesi (aggiungendo Usa, con 24,3 milioni di ettolitri, Cile con 11, Australia con 9,6, Sudafrica con 9,3, e Argentina con 8,8), con l’Ue che da sola vale il 62% del totale. E se è concentrata la produzione, lo è molto anche il consumo, perché sebbene siano 195 i Paesi del mondo in cui si beve vino, 5 mercati fanno il 51% del consumo totale. Ovvero Usa a 33,3 milioni di ettolitri, Francia a 24,4, Italia a 21,8, Germania a 19,1, e Uk a 12,8. Mercati che, peraltro, vedono tutti consumi in calo, in quantità, tra il -2% ed il -3% nel 2023 sul 2022. Ed allargando il raggio ai primi 10 Paesi (aggiungendo quindi Spagna a 9,8 milioni di ettolitri, +2%, Russia, a 8,6 milioni di ettolitri, +3%, Argentina a 7,8, -6%, Cina a 6,8, -25%, e Portogallo a 5,5, -9%) si arriva al 68%, peraltro con un generalizzato e poco confortante trend al ribasso.
Guardando alle tipologie di vino sul mercato, i vini imbottigliati fermi continuano a valere oltre la metà della torta sia in volume (il 52%), che in valore (67%), ma sono in calo del -9% in volume e del -6% in valore, mentre gli spumanti, che mettono insieme l’11% delle quantità ed il 24% del valore, sono a -4% in volume e +1% in valore. Crolla lo sfuso, che vale il 33% del volume (ma è a -4% nel 2023 sul 2022) e solo il 7% del valore (-10%), mentre è sempre residuale il bag-in-box, che vale il 4% in quantità (-4%) ed il 2% in valore (stabile). Guardando ai principali Paesi esportatori, in volume l’Italia è n. 1, con 21,4 milioni di ettolitri (-1% sul 2022), davanti a Spagna con 20,8 (-3%) e Francia con 12,7 (-6%). In valore, invece, dominano i vini francesi con 11,9 miliardi di euro (-3%), davanti a quelli italiani con 7,7 miliardi di euro (-1%) e spagnoli con 2,9 miliardi di euro (-3%), con un trend a ribasso, però, per tutti i principali Paesi esportatori, tanto in volume (in ordine, dopo li podio, Cile, Australia, Sudafrica, Germania, Portogallo, Canada e Usa) che in valore (dopo i primi tre ancora Cile, Australia, Nuova Zelanda, Usa, Germania, Portogallo e Argentina). A livello di importazioni, invece, la Germania è leader in volume, a 13,6 milioni di ettolitri (-0,3%), davanti a Uk (12,3, -5%), Usa (12,3, -15%) e Francia (6, -5%), mentre in valore davanti a tutti ci sono gli Usa (6,2 miliardi di euro, -12%), seguiti da Uk (4,7, -3%), Germania (2,6, -5%) e Canada (1,8, -15%). Numeri che, nel complesso, dunque, descrivono e confermano un quadro mondiale complicato per il vino, su cui pesano il cambiamento dei consumi, il climate change, l’inflazione, la perdita del potere di acquisto e le guerre. Tutte tematiche decisamente complesse da gestire.

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