I wine lovers oramai non si fermano più alla passione per il bere vino: amare il mondo di Bacco significa apprezzare ogni sua declinazione, ogni momento che viene prima dello stappare una bottiglia. Sempre di più infatti i grandi territori del vino, italiani e non, sono meta di migliaia di turisti attirati dai paesaggi mozzafiato, dalle visite tra i filari da dove nascono i grandi vini che fanno dell’Italia uno dei Paesi più amati nel mondo enoico. L’enoturismo, per Hotels.com piattaforma di prenotazione di hotel in tutto il mondo, è un mercato che nel Belpaese tocca i 2,5 miliardi di euro in valore, se si tiene conto dell’intera filiera enoturistica. Come detto, la viticoltura è praticamente onnipresente lungo tutto lo Stivale, ma ci sono dei luoghi particolari in cui coltivare le vigne diventa un atto eroico, un vero atto di fede e di smisurata passione, perché l’impegno che richiede, a causa delle condizioni particolari del terreno, è veramente difficile. Vigneti nascosti, lontani, quasi irraggiungibili, coltivati da vignaioli appassionati che nel corso dei secoli hanno faticosamente strappato piccoli appezzamenti di terra alle rocce, alla montagna o al mare. Ed è lì che i turisti vedono, e vivono, la vera “wine experience” a tutto tondo: Hotels.com ha selezionato alcuni dei luoghi, in Italia e in Europa, tra i più sensazionali in cui si pratica la cosiddetta “vendemmia eroica”.
Si parte dal Veneto, a Conegliano Valdobbiadene, dove si produce il famoso Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, il cui territorio è caratterizzato da pendenze molto ripide: i viticoltori sono costretti a un pesante lavoro manuale che va dalle 600 alle 800 ore per ogni ettaro di vigna, senza la possibilità di utilizzare alcun attrezzo meccanico. Passando per la Lombardia, in Valtellina: qui ci sono vigneti che si trovano su terrazzamenti sorretti da muri a secco che si estendono su una superficie di circa 2.500 chilometri. La coltivazione e la vendemmia qui sono totalmente manuali: durante la vendemmia l’uva viene trasportata a spalla dai lavoranti con i “portini”, le classiche gerle valtellinesi. Scendendo un po’, e raggiungendo la “terra di mezzo” tra Liguria e Toscana, tappa obbligatoria per gli amanti della “vendemmia eroica” sono i Colli di Luni, compresi tra le province di La Spezia e Massa, dove, da secoli, si coltiva il Vermentino. Il territorio, a picco sul mar Tirreno, è stato strappato a boschi intricati e pietre per una vendemmia che costa ore e ore di fatica. Altra tappa fondamentale, Ischia: nella splendida isola del Golfo di Napoli, i vigneti sono su terrazzamenti ricavati sui fianchi scoscesi delle colline, con pendenze superiori al 50%. I viticoltori sono costretti, per trasportare le uve, a servirsi di monorotaie o a trasportare i grappoli a spalla lungo percorsi difficoltosi o per gradinate ripidissime. L’ultima tappa, in Italia, è sicuramente Pantelleria. L’isola siciliana ha splendide viti ad alberello, patrimonio Unesco, coltivate in modo da restare basse per proteggerle dai venti che infieriscono sull’isola. Qui la coltivazione e la vendemmia sono davvero eroiche: si lavora inginocchiati, con cassettine a portata di mano per selezionare sul posto l’uva scelta per l’appassimento da quella per la produzione dello zibibbo.
Ma gli eroi enoici non sono solo in Italia: Hotels.com segnala anche Dingač, località croata a circa 100 chilometri a nord di Dubrovnik, dove l’uva si coltiva su terreni in forte pendenza e la si trasporta sottoterra in tunnel scavati nella montagna. Le viti sono impiantate ad alberello, ma senza il supporto di terrazzamenti, su terreni prevalentemente calcarei con strati di detriti e di ghiaia che immagazzinano calore durante il giorno. E anche, la Grecia, più precisamente Santorini: qui a causa della costante presenza di vento, le viti vengono coltivate in basse cime in terrazzamenti a picco sul mare con pendenze vertiginose. La raccolta dell’uva è eseguita arrampicandosi tra i filari e l’uva viene trasportata a spalla o con gli asinelli nelle canaves, cantine sotterranee. E infine, ecco il Portogallo con la sua “vendemmia eroica” nell’isola di Madeira, in pieno Oceano Atlantico: ha origine vulcanica, ma il suolo fertile e il clima caldo umido favoriscono la crescita di una vegetazione molto lussureggiante, tra cui i vigneti da cui si ricava il noto vino Madeira. Anche qui, la terra coltivabile è tutta a terrazzamenti: le uve vengono ancora raccolte a mano, messe in cesti di vimini e poi trasportate ai luoghi di lavorazione.
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