Dopo la manifestazione dello scorso 8 dicembre (qui), quando 1.500 viticoltori della Gironda scesero in piazza, a Bordeaux, per chiedere al Governo risposte concrete alle difficoltà che sta attraversando la viticoltura bordolese, schiacciata da una crisi di sovrapproduzione che ha innescato da tempo una pericolosa spirale al ribasso dei prezzi degli sfusi e non solo, tra due giorni (26 gennaio) ci sarà l’atteso incontro tra il Ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau, e la filiera del vino francese, che si aspetta soluzioni ai tanti temi sul tavolo: dalla richiesta di rinvio dei rimborsi dei prestiti al settore garantiti dallo Stato alla distillazione di crisi, dagli aiuti agli stoccaggi al finanziamento degli espianti.
Un appuntamento cruciale, che le associazioni dei produttori della Gironda accompagneranno con una nuova manifestazione, dopo mesi di una mobilitazione che, in realtà, non si è mai fermata. E non si limita certo alla protesta, ma ha anzi saputo individuare soluzioni e proposte condivise, che hanno però bisogno del sostegno, politico e ancor di più economico, del Governo. Tra le possibili strade da percorrere per risolvere, almeno in parte, le difficoltà del settore, la possibilità di accedere alla dotazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), che consentirebbe di convertire i terreni vitati ad altre colture: non sarebbe certo la soluzione definitiva, se si pensa ai 15.000 ettari vitati “di troppo”, ma è pur sempre un punto di partenza.
Ma ci sono anche altri strumenti, come il Fonds national agricole de mutualisation sanitaire et environnemental (Fmse), fondo europeo nato per compensare le perdite subite dagli agricoltori a causa di crisi sanitarie o disastri ambientali: vi rientrano anche i danni causati in vigna dalla flavescenza dorata, a patto che abbia colpito almeno il 20% dei vigneti, ma nel 2021 la sezione vino ha ricevuto appena 340.000 euro. Un’ulteriore strada è quella di un sistema di rivendita dei diritti di impianto in altre Regioni, sulla scorta, ad esempio, della discrepanza tra Bordeaux e Cognac: in Gironda le richieste di nuovi impianti per il 2023 ammontano ad appena 1,5 ettari, in Cognac a 3.129, come ricorda il portale francese “Vitispehere” (https://www.vitisphere.com/).
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