I tre milioni di turisti che durante le vacanze frequentano gli agriturismi potranno finalmente comperare e consumare pane e dolci prodotti dal grano coltivato nell’azienda grazie al fatto che, con la liberalizzazione dell’attività di produzione, è diventato possibile acquistare il pane direttamente dalle imprese agricole. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare con soddisfazione uno degli effetti del decreto legge n. 223 del 2006 che, precede il Dpef , recante “disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale” che con le norme dell’articolo 4 intende favorire la promozione di un assetto maggiormente concorrenziale nel settore della panificazione e assicurare una più ampia accessibilità dei consumatori ai relativi prodotti. Con la nuova disciplina per l’impianto di un nuovo panificio e il trasferimento o la trasformazione dei panifici esistenti è sufficiente presentare una dichiarazione di inizio attività al Comune competente per territorio, corredata dall’autorizzazione della competente Azienda sanitaria locale in merito ai requisiti igienico-sanitari e dall’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, dal titolo abilitativo edilizio e dal permesso di agibilità dei locali.
Si tratta di un’importante opportunità per le imprese agricole, soprattutto per quelle che coltivano grano o altri cereali, che potranno ora esercitare l’attività di panificazione e di vendita di pane, sia direttamente ai consumatori che all’ingrosso, venendo meno le limitazioni di natura burocratica che hanno finora impedito il completo sfruttamento del ciclo produttivo aziendale. Un’occasione anche per rispondere al boom della domanda delle centinaia di pani tradizionali locali con la riscoperta di ricette, metodi di preparazione e ingredienti del territorio. Secondo una indagine della Coldiretti, svolta sulla base dell’albo nazionale dei prodotti tradizionali censiti dalle regioni, ci sono ben 44 prodotti, ottenuti secondo “tecniche” rimaste inalterate nel tempo, in cui al nome pane è aggiunta la specifica del luogo di origine: da Lariano a Terni, da San Gaudenzio a Laterza, da Pontremoli a Borgopace. E crescono peraltro i riconoscimenti a livello nazionale e comunitario, dove sono state già protette dalle imitazioni la coppia ferrarese Igp, il pane casereccio di Genzano Igp e il pane di Altamura Dop e a breve anche il pane di Matera Igp. La possibilità di acquistare pane ottenuto dal grano direttamente dalle imprese agricole è anche una garanzia a difesa del made in Italy, in attesa che come richiesto dalla Coldiretti entri in vigore l'obbligo di indicare la provenienza del grano impiegato per produrre la farina destinata alla panificazione, al fine di assicurare l'origine del prodotto.
La nuova norma sulle liberalizzazioni contribuisce ad arricchire l’offerta agrituristica nazionale per la quale le previsioni per il 2006 sono positive con tre milioni di ospiti, per un fatturato complessivo di 900 milioni di euro in aumento del 10% rispetto al 2005 realizzato in 15.000 agriturismi italiani che mettono a disposizione 140mila posti letto. Sulla base delle rilevazioni Ismea AcNielsen nel corso del 2005 si verificata una ripresa degli acquisti delle famiglie italiane dell’uno per cento nel corso del 2005 quando sono state consumate complessivamente 1,2 milioni di tonnellate di pane, crackers, panetti, grissini & company per una spesa di 2,86 miliardi di euro. Il pane rappresenta da solo l’88% in quantità e l’83% in valore del totale degli acquisti familiari di prodotti della panetteria ed è tra questi è quello con il prezzo di vendita inferiore, stimato attorno ai 2,3 euro al chilo, ma con una disponibilità a spendere cifre superiori per quelli con “vocazione” territoriale.
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