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“VINITALY 2023”

Vini rossi italiani +200% dal 2010 per il segmento premium che vale 1,9 miliardi di euro di export

L’Osservatorio Uiv-Vinitaly: in un decennio invertita la tendenza, con la fascia alta dei rossi che supera per la prima volta quella popular e basic
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Le Denominazioni rossiste più virtuose accelerano il posizionamento in fascia alta

Calo strutturale del vino rosso? Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly non è proprio così, anzi, si assiste a un’accelerazione verso il tanto auspicato posizionamento in fascia alta delle denominazioni italiane rossiste più virtuose. In un mercato export trainato dagli spumanti (+6% i volumi nel 2022), in cui i bianchi fermi (+1,3%) e i rosati hanno tenuto, chi sembra soffrire di più è il simbolo enologico per antonomasia: il vino rosso. Ma se è vero che in Italia la tipologia ha fatto peggio di tutte (-4,3% le quantità esportate) - con cali evidenti in particolare nei principali Paesi della domanda, a cominciare dai top 3 (Germania a -5%, Usa -6% e Uk -8%) - la scomposizione dei dati di vendita per segmento di prezzo riserva sorprese rilevanti.
L’analisi qualitativa sulle esportazioni dei rossi italiani che emerge a “Vinitaly 2023” vede infatti le categorie premium (da 6 a 9 euro/litro in cantina) e superpremium (oltre i 9 euro) conquistare quote di mercato molto importanti negli ultimi 12 anni. Per esempio, stante il calo generale dei volumi di rosso esportati, nel 2010 i prodotti sotto i 6 euro rappresentavano a valore i due terzi del mercato; oggi l’inversione di tendenza, con gli over 6 euro al 60% delle vendite. In poco più di 10 anni la crescita del segmento di fascia alta, che vale ora 1,9 miliardi di euro di export, è stata del 200%.
Per l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, “assistiamo a un cambiamento importante del posizionamento del nostro prodotto; il mondo chiede calici in grado di evocare l’italianità e noi abbiamo le potenzialità di assecondare al meglio questa richiesta di mercato. Il futuro dei nostri rossi passerà anche, necessariamente, dalle piazze emergenti asiatiche, tornate in forze a questo “Vinitaly” a partire dalla Cina. Dal Dragone sono infatti 130 i top buyer che ospitiamo, a cui si aggiungono operatori della domanda provenienti da 17 Paesi dell’Asia. Inoltre, ripartiremo già ad aprile con un intenso programma di promozione in Cina, dalle masterclass a “Vinitaly Chengdu” alla nostra fiera “Wine to Asia a Shenzhen”, dall’11 al 13 maggio”.
Per il presidente di Unione Italiana Vini-Uiv, Lamberto Frescobaldi, “diversi mercati di sbocco stanno dando segnali di stanca nei confronti di prodotti di personalità non definita e con caratteristiche organolettiche poco consone all’evoluzione del gusto in atto. Ci troviamo da una parte con molti vini che, pur a prezzi molto accessibili, oggi fanno fatica a vendere; dall’altra con una forte domanda di prodotti di qualità, in linea con l’immagine che tutto il made in Italy è in grado di evocare. È un buon segno, ma serve risolvere questo sfocamento in atto tra il mercato e la produzione di molti dei nostri rossi”.
A favorire questo trend di valorizzazione delle produzioni rosse, protagoniste in particolare nella ristorazione mondiale a prezzi spesso decuplicati, alcuni tra i principali mercati. A cominciare dagli Usa, avamposto di una tendenza premium (a 480 milioni di euro) che incide per il 72% sul totale vini rossi italiani acquistati (+222% dal 2010). Notevole anche la crescita di prodotti destinati in particolare alla ristorazione in Canada (72% e +141%), Svizzera (76% e +143%), Francia (70%) e Corea del Sud (79%). Quote robuste di prodotti basic persistono invece in Uk, Paesi Bassi, Belgio e Russia.
Dai dati emerge chiaramente una divaricazione dei mercati: quelli disponibili ad aprire una nuova fase, trainata dal valore territoriale o di brand, e quelli invece ancorati a una visione statica del vino made in Italy, fatto più di quantità che non di valore intrinseco. La sfida sarà far crescere quelli che oggi si posizionano a metà strada, tra i primi la Germania, che ancora vede il 50% dei volumi nella fascia 3-5,99 euro, ma anche altre piazze importanti come Danimarca, Norvegia, Austria e in generale i Paesi dell’Est europeo, oggi in forte sviluppo, come Polonia e Repubblica Ceca.
Il tour di “Vinitaly” in Cina, con il sostegno di Ice, farà tappa prima a Chengdu per la masterclass di apertura di con l’unico master sommelier cinese Yang LV e - con la controllata “Wine to Asia” - per l’organizzazione di un business forum con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, “Wine Sommelier”. Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a “Wine to Asia” (11-13 maggio), insieme a Ice e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, evento internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi.

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