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IL BILANCIO

Vinitaly 2024 oltre i numeri, con il “Sistema Italia” a ribadire tutti i valori del vino italiano

Dalla presenza delle istituzioni, a partire del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai focus su mercato, cultura, storia e futuro del vino

Va oltre i numeri il bilancio Vinitaly n. 56, chiuso ieri a Veronafiere, che ha ribadito la determinazione del “Sistema Italia” a difendere i valori più alti e identitari che questo comparto rappresenta per tutto l’agroalimentare italiano. A cominciare dalla partecipazione del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, per proseguire con una importante presenza del Governo, coordinata dal dicastero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, guidato dal Ministro Francesco Lollobrigida, che ha visto intervenire la Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il vice premier e Ministro degli Affari Esteri e del Commercio Internazionale, Antonio Tajani, i Ministri del Made in Italy, Adolfo Urso, della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del Turismo, Daniela Santanchè e dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
“La ricerca di Vinitaly-Unione Italiana Vini e Prometeia aveva ed ha l’obiettivo di accendere un faro sul grande valore trasversale che il vino ha per il nostro Paese e per questo ringrazio il Ministero dell’Agricoltura e il Ministro Lollobrigida per aver contribuito, anche dal punto di vista espositivo e della comunicazione, a sottolineare l’impatto socioeconomico del settore enologico”, commenta il presidente Veronafiere, Federico Bricolo. I dati dello studio sul vino in Italia hanno evidenziato una produzione annua di 45,2 miliardi di euro (tra impatto diretto, indiretto e indotto), 303.000 occupati e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro pari all’1,1% del Pil (lo sport, secondo stime dell’Istituto Credito sportivo vale l’1,3%). Senza il vino, si evince dall’analisi, il saldo commerciale del settore agroalimentare scenderebbe del 58% (da +12,3 a +5,1 miliardi di euro nel 2023). All’impatto economico complessivo della filiera contribuisce in modo sostanziale il turismo enologico che, se alimenta “al margine” l’economia turistica delle grandi città, può diventare fondamentale (anche al di là degli effetti strettamente economici) per molti piccoli centri e comunità rurali a vocazione vitivinicola. Nelle rilevazioni delle Città del Vino, il turismo enologico coinvolge annualmente 15 milioni di persone (tra viaggiatori ed escursionisti) con budget giornalieri (124 euro) superiori del 13% a quelli del turista medio, per una spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro.
Non a caso, a Vinitaly, quest’anno il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare ha proposto ai buyers stranieri ed agli “operatori del vino” (97.000 di cui 30.070 esteri da 140 Nazioni, pari al 31% del totale) un nuovo spazio realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura, con un’esperienza immersiva tra installazioni multimediali, scritti antichi e opere d’arte. La mostra “Vino tra mito e cultura” ha ospitato prodotti artistici provenienti sia dal Muvit-Museo del Vino di Torgiano della Fondazione Lungarotti sia da diversi Musei italiani (dal Museo Archeologico di Napoli alla Galleria Borghese, alla Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura), quest’ultimi grazie al contributo di Generali, ma anche documenti storici.
Tra i capolavori presenti, è stato possibile ammirare “Le nozze di Cana” del Garofalo, il “Bacco” di Annibale Carracci, “La vendemmia (Allegoria dell’Autunno)” di Francesco Celebrano, “Baccanale” di Pablo Picasso, la “Statua di Satiro” in marmo del I secolo a.C., anfore vinarie in argilla dal IV secolo a.C. al IV secolo d.C. e molto altro ancora. Insieme alla mostra, i visitatori hanno potuto sperimentare l’“arena immersiva Divina”, un viaggio affascinante tra immagini al microscopio e visualizzazioni creative per una video esperienza sul territorio e sul vino dell’Italia.

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