02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

VINITALY (VERONA, 2/6 APRILE) - TORNA CON CONFAGRICOLTURA “LA GRANDE ITALIA DEL VINO”: CONVEGNO INTERNAZIONALE SU OCM VINO, ORIGINALI PERCORSI-DEGUSTAZIONE TRA TRADIZIONE ED ECCELLENZA, FOCUS SUI MERCATI DI COREA DEL SUD E KAZAKISTAN

Un importante dibattito internazionale per analizzare i nuovi strumenti per la promozione del vino, tante degustazioni con vitigni rari e vini debuttanti, le amate bollicine e i grandi vini dolci della tradizione enologica del nostro Paese, e un focus speciale dedicato ai mercati emergenti della Corea del Sud e del Kazakistan, con la consueta attenzione all’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole: Confagricoltura guida enoappassionati e addetti ai lavori alla scoperta de “La grande Italia del vino” a Vinitaly di Verona (dal 2 al 6 aprile), un’utile bussola nel mare magnum dell’enologia italiana, forte del numero e del peso dei suoi associati, protagonista consapevole di tante iniziative certo utili a loro, ma anche a tutti gli operatori specializzati.
Scenari, tendenze, business e servizi per sostenere, valorizzare, promuovere e presentare a mercati vecchi e nuovi tutte le cantine di Confagricoltura, e dare loro la possibilità di acquisire nuovi strumenti, per essere sempre più competitive in un mercato in continua evoluzione: così l’edizione 2009 della Grande Italia del Vino punta a testimoniare lo stato dell’arte del vino italiano di qualità, una realtà in continua e (mai come quest’anno) imprevedibile evoluzione. Si parte con il convegno internazionale (3 aprile) dal titolo “Il vino italiano verso il mercato globale - I nuovi strumenti della promozione”, con il quale, alla luce della recente riforma dell’Ocm vino e su sollecitazione del mondo produttivo, particolarmente attento alle problematiche più stringenti del settore, Confagricoltura si propone di accompagnare i produttori vitivinicoli nell’analisi delle opportunità derivanti dalla nuova normativa del settore. E, proprio per approfondire le nuove possibilità per la promozione del vino nel mercato nazionale, comunitario e nei Paesi Terzi, il convegno illustrerà gli strumenti a disposizione per la promozione, coordinati dal Ministero delle Politiche Agricole e dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Ben si inserisce in questo contesto lo speciale focus dedicato alla Corea del Sud e al Kazakistan, mercati emergenti e complessi da raggiungere, dalle interessanti prospettive di crescita. Con l’obiettivo di valorizzare il vino e l’olio di oliva made in Italy, Confagricoltura realizzerà, inoltre, incontri bilaterali diretti tra produttori italiani e buyer di Corea del Sud e Kazakistan, in un’ottica di internazionalizzazione delle imprese agricole italiane.
“I percorsi della tradizione e dell’eccellenza”, ovvero sei percorsi dedicati e altrettante speciali degustazioni a tema, arricchiscono le tante iniziative messe di Confagricoltura a Vinitaly 2009, che trasforma così lo spazio che ha allestito per l’occasione a Verona in un hub, hangar e cabina di pilotaggio per chi voglia muoversi al meglio nello spazio della fiera: dai Vini Curiosi e Preziosi, ottenuti da vitigni rari, e spesso a tiratura limitata, ai New Wines, vini presenti (come etichetta o insieme alla loro azienda “deb”) per la prima o al massimo la seconda volta al Vinitaly; dalle Bollicine, brillanti epigoni della campagna di resistenza alla minaccia di crisi che aleggia sul comparto, ai Vini Dolci, orgoglio mediterraneo in cui l’Italia è maestra, fino alle Grandi Denominazioni, un bis doveroso che allarga quest’anno i suoi confini a nuovi hit che hanno conquistato sul campo la palma, fino ai Vini Quotidiani, protagonisti assoluti della fase contemporanea di mercato e grande atout su cui puntare nel futuro prossimo.

Focus - Corea del Sud e Kazakistan: tra dazi da abbattere e messaggi da rendere più chiari …
Corea del Sud
Le olimpiadi a Seoul del 1988 ed il grande cambiamento del mercato agroalimentare verificatosi nel 2002 in seguito alla crisi valutaria del 1999, con l’apertura di molti ristoranti occidentali, hanno determinato un incisivo mutamento nelle abitudini alimentari dei coreani, condizionando in positivo anche la cultura del vino - del quale i coreani sono da sempre estimatori - che sta diventando più significativa ed entrando a pieno titolo anche nella vita sociale.
Malgrado la crisi finanziaria internazionale abbia colpito i consumi anche in questo Paese, le importazioni di vino dall’Italia durante i primi undici mesi del 2008 sono aumentate del 30%, registrando la più alta crescita fra i principali Paesi fornitori, con una quota di mercato superiore al 14,3% dopo la Francia (39,8%) ed il Cile (17,3%) e superando i vini californiani ed australiani. In valore le importazioni di vini italiani sono cresciute di venti volte in dieci anni. Per introdursi nel mercato coreano del vino è importante che gli importatori che operano nel Paese conoscano da vicino i prodotti ed i produttori, poiché hanno necessità di chiarezza; fatto probabilmente dovuto alla cultura così diversa da quella occidentale. Ad esempio hanno moltissima importanza le etichette, che diventano anch’esse elemento di attrazione, ma al contempo di non comprensione. Sembra che gli operatori ed i consumatori della Corea lamentino che l’etichettatura del vino italiano sia molto difficile da capire, poiché a loro avviso non vi è una chiara distinzione dei nomi del vino, dell’azienda e del vigneto, oppure la grandezza dei caratteri scelti per indicare i vari nomi non è standardizzata. Probabilmente per questo mercato potrebbe essere opportuno aggiungere alle etichette informazioni più dettagliate ed in inglese sul vino e sull’azienda produttrice. Ovviamente un altro elemento importante per entrare nel mercato coreano è il rapporto qualità-prezzo rispetto ai Paesi concorrenti, considerando che il prezzo di una bottiglia da 10 euro diventa di circa 18 euro (comprese tasse, spedizione ...) per gli importatori, circa € 35 per i distributori, circa 40/50 euro (in caso di acquisto in un ipermercato) o 70/100 euro (nel caso di consumo al ristorante) per i consumatori finali. Attualmente sono in discussione i negoziati per un accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e la Corea del Sud che dovrebbe consentire di togliere il 15% delle tasse di importazione dei vini europei, che in tal modo potrebbero godere di pari opportunità con il Cile, ad esempio, con il quale già esiste un accordo commerciale.
Kazakistan
Anche in Kazakistan la tradizione del consumo del vino è molto antica. La storia moderna della vinificazione comincia nel 1930, nelle fattorie statali delle zone più vocate nel sud del Paese. Dei 22.000 ettari vitati, esistenti nel 1976, ne rimangono attualmente 15.000, nei quali sono coltivate varietà per lo più locali non innestate e con produzione di vini poco interessanti. Alcuni imprenditori hanno recentemente avviato un programma di ammodernamento dei propri impianti con l’aiuto delle tecnologie italiane e francesi ed è in corso un rinnovamento dei vitigni con parziale abbandono delle varietà centro-asiatiche.
Le importazioni di vini e spumanti nel Paese sono andate aumentando in modo significativo negli ultimi anni, per quanto si tratti ancora di quantità limitate. In particolare, il 2006 e soprattutto il 2007 hanno registrato una notevole crescita del volume degli alcolici importati grazie allo sviluppo dell’edilizia residenziale, alla crescita del reddito pro-capite ed all’evoluzione del sistema finanziario che ha incentivato la concessione di crediti ipotecari e di consumo. Secondo i dati dell’Agenzia di Statistica del Kazakistan, nei primi 11 mesi 2008 si è registrata un’inversione di tendenza, con una diminuzione del volume dei vini importati addirittura del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A tal proposito, le scelte di Confagricoltura sono confortate dai dati forniti dall’Istat nei quali vediamo che le esportazioni italiane di vini e spumanti, verso il Kazakistan, permangono in aumento nel 2008, anche se per quanto riguarda il volume, sebbene non per il valore.
La maggior parte delle importazioni di vini e spumanti in Kazakistan proviene dai Paesi Csi (nove Paesi ex Urss), ma tra gli altri Paesi del mondo i principali fornitori di vino sono la Francia e l’Italia, nel 2007 rispettivamente con il 4,8% ed il 7,6% del volume totale importato dal Paese, ma con un valore a favore della Francia. Il vino italiano, nei fatti, fino al 2003 era poco presente sul mercato kazako, essendo poco conosciuto e ritenuto di qualità inferiore a quello francese. Negli anni successivi la situazione è cambiata moltissimo grazie anche alle attività di promozione ed informazione realizzate da imprenditori ed istituzioni italiani ed anche alla presenza di ristoranti ed alberghi nostrani molto rinomati. Il passaggio, infatti, dall’economia pianificata al libero mercato, avvenuto anche attraverso la privatizzazione di molti settori produttivi e commerciali, ha fatto riemergere nel Paese l’abilità e l’iniziativa commerciale ed ha spinto i grandi e potenti investitori ad adeguarsi rapidamente ai cambiamenti che sim stanno realizzando, in Kazakistan anche nel sistema di distribuzione e di vendita. Pertanto, per rispondere alle esigenze della ristretta ma ricchissima classe di privilegiati e dell’emergente ceto medio, nei principali centri urbani il commercio sta cambiando volto ed i punti vendita tradizionali, costituiti da mercati spontanei o più o meno organizzati, stanno trasformandosi in moderni centri che nulla hanno da invidiare a quelli occidentali.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli