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“VINO COME SIMBOLO DEL MONDO E DEL FUTURO”: PER CELEBRARE I 100 ANNI DEL MANIFESTO FUTURISTA DI FILIPPO TOMMASO MARINETTI, DI SCENA IL “MANIFESTO DEL VIN FUTURO” IL 2 APRILE A VERONA

Italia
Il calide da vino futurista

Nell’anno del centenario del Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato sul quotidiano francese “Le Figaro” del 20 febbraio 1909, anche il mondo del vino e dell’agricoltura rende omaggio ad uno dei movimenti culturali e artistici più importanti del secolo scorso, con il “Manifesto del Vin Futuro”, sarà di scena a Verona il 2 aprile e che WineNews, per unirsi alla celebrazione del Futurismo, di seguito vi propone.
11 punti, come quelli del Manifesto originale, che inneggiano ai valori dell’agricoltura, all’armonia tra uomo e ambiente, alla pace, e, ovviamente, al vino, come “simbolo del Mondo e del Futuro”...

Focus - Manifesto del Vin Futuro
1 - Noi vogliamo cantare l’amore per la terra, il rigore del lavoro e la ricerca energica e temeraria.
2 - La poesia del cosmo e della Madre Terra si disvela allo sguardo audace che si ribella ai poteri e alle false visioni insufflate a perpetuarlo.
3 - L’economia, la società, la politica, la letteratura e l’arte, esaltano oggi sotto false spoglie la torpida immobilità dell’esistente. Noi vogliamo esaltare la rottura dei penosi equilibri, lo scardinamento del Potere Ottuso, la scienza sagace, l’esperimento febbrile, il salto rigoroso senza rete, l’occhio della mente che studia, la mano che lavora, solidarizza e affratella.
4 - Noi affermiamo che la primitiva magnificenza del mondo è in pericolo di guasto irredimibile: la faticosa inerzia che si finge velocità uccide gli esseri e inaridisce la terra.
5 - Noi vogliamo inneggiare all’uomo che lavora la terra, che coltiva la vite nella lentezza contro il mondo lanciato a corsa nel circuito globale senza direzione né scopo.
6 - Bisogna che il poeta del vino come metafora della poesia e verità del mondo si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali, prima che si corrompano.
7 - Non vi è bellezza se non nell’armonia umile, nel senso pànico delle creature unite, l’uomo con gli uomini e gli altri animali e le piante della terra e la natura che li sostenta. Nessuna opera che aggredisce, sfrutta, dilania e divora i deboli può essere un capolavoro.
8 - Noi siamo agl’inizî del mondo umano, in un’epoca che verrà riguardata come una preistoria non ancòra rischiarata, in cui regnava una funesta illusione di progresso e di velocità.
9 - Noi vogliamo glorificare la pace - sola salvezza del mondo -, le differenze che rispettano, l’assenza di armi, la patria che si nutre delle patrie spirituali, il gesto che raccoglie, ripara, accarezza e crea.
10 - Noi vogliamo vivere la memoria del mondo, gli archivi scintillanti, i saperi mobili, il circolo aperto della scienza, le accademie intemerate, l’etica della verità che accomuna l’opera fruttifera di donne e uomini contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.
11 - Noi canteremo le botti dall’ampio petto, il vitigno scelto, il pàmpino frusciante e il chicco devoto, la scienza e il lavoro levatrici di vino e morale, la fatica gioiosa e cooperante, la rinascita della natura senza guerra né odio e il volo scivolante delle astronavi nel concento cosmico. È dall’Italia che ispirato al manifesto di violenza travolgente e incendiaria che fondò il Futurismo lanciamo oggi questo Manifesto del Vino come simbolo del Mondo e del Futuro.

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