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TERRITORI DI PREGIO

Vino e affari, Bolgheri sotto i riflettori: Campo alla Sughera (famiglia Knauf) investe ancora

Acquisiti 2 ettari di terreni (1,5 diventeranno di vigneto) adiacenti a quelli già di proprietà, per un totale di 22 ettari (18 vitati a regime)

Continua, a ritmo serrato nel 2022, il “Risiko” dei vigneti nelle denominazioni più importanti d’Italia. Le luci della ribalta spettano ancora una volta a Bolgheri, ed a una delle sue griffe, la boutique winery Campo alla Sughera, fondata nel 1998 dalla famiglia tedesca Knauf, che sorge tra Bolgheri e Castagneto Carducci, compresa tra le sponde della Fossa di Bolgheri e del Borro delle Macine. E che ha acquisito 2 ettari di terreni che si vanno ad aggiungere ai 20 ettari già di proprietà dell’azienda (di cui 16,5 vitati), per un totale di 22 ettari (18 vitati a regime), “racchiusi in un luogo contraddistinto da elementi naturali straordinari: il suolo marnoso, ricco di minerali, il mare, che influenza in modo decisivo il microclima della zona e il tempo che permette l’evoluzione dei vini”. Dei due nuovi ettari, 1,5 saranno vitati. Sono presenti due filari di ulivi, 80 piante, che hanno il fine di preservare biodiversità e impatto paesaggistico, implementando altresì la produzione di olio di Campo alla Sughera.
“Nel solco della vocazione attitudinale che contraddistingue la filosofia della Tenuta e che ha portato la famiglia Knauf ad individuare gli appezzamenti di Bolgheri più vocati alla creazione di grandi vini - spiega una nota - il terreno di nuovo acquisto consolida il percorso strategico di valorizzazione dei migliori vitigni internazionali. Il suolo è stato scrupolosamente studiato nelle sue caratteristiche morfologiche e pedoclimatiche ed è risultato di elevato potenziale per incrementare ulteriormente la produzione di Arnione, vino icona dell’azienda”.
“Ubicati sul versante esposto a sud-ovest della Fossa di Bolgheri - racconta Francesco Gagliardi, expertise autoctono e sguardo internazionale, winemaker di Campo alla Sughera - i due ettari presentano un suolo simile a quello dei vigneti storici della proprietà, prevalentemente di origine alluvionale, molto ricco di ciottoli, limo e sabbie fini. Si tratta, quindi, di un suolo profondo e, allo stesso tempo, leggero, caratterizzato da un’ottima capacità drenante e da scarsa fertilità. Presenta quindi le caratteristiche ideali per la produzione di vini equilibrati, verticali ed eleganti, proprio come Arnione”.
Il terreno in questione porta con sé anche un altro importante vantaggio: la posizione adiacente al vigneto principale, che determinerà un’ottimizzazione delle tempistiche tra raccolta dell’uva e arrivo in cantina. L’impianto del vigneto è previsto per il prossimo anno, con varietali ancora da confermare. Nei prossimi mesi i nuovi ettari verranno livellati e fatti riposare e ci si dedicherà alla costruzione del pozzo.
“Questa acquisizione - spiega ancora una nota della cantina - sancisce un inizio anno all’insegna di ulteriori investimenti nell’intento di aumentare la produzione di vini di altissima qualità, sempre nel pieno rispetto della filosofia di Campo alla Sughera: rigore scientifico e dedizione umana, metodo médocaine e viticoltura di precisione, per dar vita a un patrimonio vinicolo che sia testimone autentico della qualità e della fine complessità delle terre di Bolgheri.
Ennesimo affare di questo avvio decisamente vivace di 2022, che, come già riportato da WineNews, ha visto l’imprenditrice e produttrice Elisabetta Gnudi Angelini, alla guida di Caparzo e proprietaria anche della griffe Altesino, acquisire altri 4,5 ettari a Brunello di Montalcino, portando il suo totale a 65 ettari, l’annuncio di Riccardo Illy, al vertice del “Polo del Gusto” (che comprende già la cantina Mastrojanni, altra griffe di Montalcino), secondo cui il 2022 vedrà lo sbarco del gruppo a Barolo (da rumors Winenews con l’acquisizione della cantina Cascina Meriame di Serralunga d’Alba), e, ancora in terra di Bolgheri, la cantina Bell’Aja, che fa capo all’Agricola San Felice (tra i nomi di riferimento in Chianti Classico) del Gruppo Allianz, acquisire Batzella, piccola griffe con 7,5 ettari, principalmente dedicati a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah, fondata nel 2000 da Khanh Nguyen e Franco Batzella.
Ancora una conferma del trend del “mergers & acquisitions”, sempre più forte nel vino italiano, e analizzato da WineNews con addetti ai lavori ed economisti del vino come Lorenzo Tersi, Davide Gaeta e Stefano Cordero di Montezemolo.

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