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IL TASTING

Vino e clima, se anche un solo grado di temperatura media in più marca la differenza tra annate

Brunello di Montalcino a confronto nell’arco di un decennio. 2008 vs 2018, continuità e discontinuità del rosso toscano più amato oltreoceano

Il vino è anche questione di clima. E anche un solo grado di temperatura media in più, in un’annata, può contribuire a disegnare quella differenza di millesimo che è una delle caratteristiche più importanti dei grandi vini. E la degustazione andata in scena oggi a “Vinitaly 2023”, organizzata dal Consorzio del Brunello di Montalcino e condotta dal Master of Wine Gabriele Gorelli, che ha posto sotto i riflettori il percorso organolettico del rosso più amato negli States nell’arco di un decennio, versando nei calici sei Brunello 2008 e altrettanti 2018. Un confronto interessante, specialmente se affrontato dal punto di vista dei diversi climi che hanno contraddistinto i due millesimi, perché, visto il global warming ormai più che acclarato, proprio di due climi si può parlare a proposito delle due annate in questione.
E ha fatto bene il Master of Wine Gabriele Gorelli a fornire i dati fondamentali dell’andamento stagionale che ha contraddistinto il 2008 e il 2018. L’annata 2008, a suo tempo, è stata rubricata come annata “fredda”. Un dato che usciva, in generale, dal confronto con il Nuovo Millennio enoico (annate 2000, 2001, 2003, 2006, 2007, tendenzialmente calde; annate 2002, 2004, 2005, tendenzialmente fresche). Se la piovosità annua del 2008 è stata di 990 mm contro i 1040 del 2018 (un dato che può suscitare sorpresa solo se preso a sé stante), la temperatura media annua è stata di 13,4° C contro i 14,6° C del 2018, rispettivamente, durante il periodo pre-vendemmiale, con 12 giorni sopra i 32° C nel 2008 e 34 giorni nel 2018. Quest’ultimo rubricabile come un millesimo non particolarmente caldo, ma nel contesto di un fenomeno, quello del riscaldamento climatico, che, intanto, ha continuato a svilupparsi nel corso del Nuovo Millennio, diventando una criticità generale per il mondo del vino e un problema non da poco anche per Montalcino.
Ma oltre a questa fondamentale prospettiva, i vini, nei calici di WineNews, hanno mostrato in filigrana anche una serie di elementi stilistici tra continuità e discontinuità che, evidentemente, caratterizzano l’evolversi di un vino, in questo caso di un grande vino. Il più evidente, probabilmente, è quello del rapporto con la possibile potenza del Sangiovese e/o con la sua, altrettanto possibile, levità. Se infatti la ricerca della generosità espressiva sia aromatica che gustativa era un po’ il leit motiv dei vini 2008, con sporadiche eccezioni (come richiedeva una certa critica enologica e la moda di quegli anni), quelli targati 2018 hanno invece proposto un evidente cambio di passo stilistico, andando a spaziare soprattutto in tema di bevibilità e snellezza strutturale (anche in questo caso con alcune eccezioni ed anche in questo caso rispondendo ad una preciso e complessivo cambio di prospettiva della critica e anche del consumatore mediamente preparato).
Sia 2008 che 2018 non possono certamente essere rubricate tra le grandi annate di Montalcino, ma in generale, la qualità dei campioni di entrambe le annate si è dimostrata più che discreta, forse con qualche 2008 di troppo in fase molto evolutiva. Da ultimo le nostre impressioni direttamente dal bicchiere.

Brunello di Montalcino 2008

Mastrojanni: intrigante nella sua architettura aromatica con frutto maturo, sottobosco e tocchi di fiori appassiti ad anticipare una bocca tendenzialmente potente, reattiva, tonica e a tratti rocciosa, dal tannino integro e dalla fragranza sempre in primo piano.
La Magia: inizialmente un po’ scorbutico nel concedere i suoi profumi, ha poi espresso lampi di frutti rossi polposi e tocchi floreali rinfrescanti su base speziata. In bocca, il sorso è emerso deciso e dal bel contrasto dolce-acido.
Sanlorenzo: nei suoi profumi spezie in alternanza al frutto maturo con cenni affumicati e di terra. Agile e di buon ritmo la progressione gustativa con finale gustoso e caldo.
Innocenti: naso dal tocco fruttato generoso e maturo con rimandi alle erbe aromatiche e al sottobosco. In bocca, il sorso ha forza e potenza con sviluppo continuo e caldo e finale balsamico.
Caprili Riserva: fiori appassiti, terra, sottobosco e lievi richiami di spezie accompagnano uno sviluppo gustativo dolce e caldo, non privo di potenza e dal finale ancora su toni terrosi e di sottobosco.
Castelgiocondo: cioccolato, vaniglia con tocchi balsamici su rigoglioso fruttato maturo per il naso di questo Brunello dal sorso caldo, potente e continuo dal finale ampio e avvolgente, dal tannino serrato.

Brunello di Montalcino 2018

Val di Suga: profumi che richiamano la polvere da sparo, i fiori, i piccoli frutti rossi, e le spezie con rimandi balsamici e affumicati. In bocca, il sorso è ben profilato e possiede ritmo e vivacità, terminando gustoso e invitante.
Canalicchio di Sopra: lampi affumicati e speziati su base floreale caratterizzano i profumi di questo Brunello dal respiro intenso e dalla trama tannica decisa e ben profilata.
Ciacci Piccolomini d’Aragona: aromi dominati da un rigoglioso e dolce fruttato con tocchi balsamici e speziati. In bocca, il sorso è potente ma non invadente, con tannini ben profilati e finale in crescendo.
Banfi, Poggio alle Mura: i suoi profumi evidenziano un fruttato fragrante con rimandi al sottobosco su base vanigliata e fumé. In bocca, la progressione è lineare e continua.
Tenute Silvio Nardi: frutto maturo e vaniglia caratterizzano i profumi di questo Brunello dallo stile moderno, che in bocca è condotto da tannini serrati e intensità del ritorno fruttato.
La Fiorita: naso dolce di frutti rossi con abbondante sostegno del rovere che svela toni speziati e affumicati. In bocca, il sorso è coerente con la dolcezza a stemperare tannini serrati fitti.

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