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VINO & EXPORT - CRESCONO I VOLUMI E FRENA LA DIMINUZIONE DEI VALORI NELLA PRIMA METÀ 2009. ECCO IL TREND DELL’ITALIA ENOICA NELL’ANALISI DI ASSOENOLOGI

Svendere no, ma un abbassamento ragionevole dei prezzi dei vini, e quindi dei margini di guadagno per le aziende, per far fronte ad una situazione economica che è la peggiore dopo la crisi del 1929, permette all’Italia enoica di mantenere (come negli Stati Uniti), se non conquistare (come in Germania) ulteriori quote di mercato sugli altri competitor, in attesa delle ripresa, ma è una situazione che non potrà essere sostenuta a lungo dalla parte più fragile della filiera. Emerge dall’analisi dell’export vinicolo italiano nella prima metà 2009 di Assoenologi.
Se la riduzione dei valori, a 1.560 milioni di euro, nel complesso, fa segnare un -7,3% sul 2008, i volumi, con il record di oltre 9 milioni di ettolitri esportati, mostrano una dinamica vivace, con un +6,9%, grazie anche ad una decisa accelerazione in maggio e giugno. Ed esattamente su questa linea sono anche le variazioni delle diverse tipologie: se i più colpiti in valore sono gli spumanti (-25,2%), poi lo sfuso (-15,2%) e il vino in bottiglia (-11,9%), in quantità sono proprio le bollicine a crescere di più (+10,2%), seguite dallo sfuso (+8,7%) e dell’imbottigliato (+4,4%).
Secondo il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli, in questa tendenza opposta e apparentemente schizofrenica - valori in caduta e volumi in ascesa - può sintetizzarsi la precisa indicazione della domanda internazionale, orientata verso prodotti di elevati standard qualitativi ad un prezzo sempre più contenuto. Una domanda in deciso aumento che va sempre più concentrandosi verso il canale del Gdo, e che trova nell’ampia offerta italiana un riferimento sempre più in grado di soddisfare le esigenze più specifiche.
Tra i mercati, quello messo più a dura prova rimane quello del Nord America, Stati Uniti in primis, mentre tiene l’area Ue, secondo Assoenologi mercato di riferimento per uscire dalla crisi.

Focus - L’analisi: Assoenologi
Il
trend del vino italiano nei mercati esteri

Secondo l’Assoenologi, l’epicentro della crisi rimane il Nord America dove si registra la contrazione del -13,8% nei valori e -6,3% nei volumi. Gli Stati Uniti mostrano un’inversione della tendenza negativa, ma il gap sul giugno 2008 è ancora abissale -15,1% in valore e -8,1% nei volumi, una crisi che fa perdere al mercato statunitense la posizione leader tra i mercati esteri, lasciando lo scettro alla Germania. Il Canada recupera nel secondo semestre i volumi -0,7% sul giugno 2008 e una flessione del -8,0% nei valori.
L’Unione Europea tiene. La flessione dei valori si ferma a -2,8%, nonostante la crescita dei volumi del 9,3%. Il valore medio unitario registra una decisa flessione -11,3% toccando 1,36 euro/litro. La Germania diviene il primo mercato per il vino italiano, con un balzo del 12,1% in volume e 3,5% in valore. Il Regno Unito, terzo mercato di destinazione è testimone della forbice valore/volume rispettivamente -10,6%, + 9,8%, grazie anche all’effetto “super euro” con un cambio sterlina/euro ormai prossimo a 1,10. Austria, Paesi Bassi, Svezia mostrano una decisa espansione della domanda e una riduzione del valore medio unitario.
Segnali; meno negativi si registrano in Norvegia e Svizzera, entrambi caratterizzati da una crescita robusta dei flussi import. In Russia si è assistito ad un profondo cambiamento della composizione delle tipologie esportate, con valori medi unitari prossimi all’euro/litro.
Assoenologi rileva, inoltre, come anche l’Estremo Oriente sia colpito dall’onda lunga della congiuntura. La decelerazione aggrava i primi segnali di crisi registrati nel primo trimestre che divengono a giugno 2009 -4,9% in volume e -11,6% in valore.
L’evoluzione delle tendenze in atto - spiega Martelli - fa riemergere con forza il ruolo fondamentale dell’Unione Europea, quale area di riferimento in questa fase delicata, che vede il perdurare delle difficoltà nel mercato d’oltreoceano e più in generale una diffusa contrazione della spesa del consumatore globale. Nel primo semestre 2009, l’Unione Europea riesce a limitare la flessione dei valori a -2,8%, mentre registra una crescita dei volumi del 9,3%.
I Paesi Terzi sono più colpiti dalla crisi finanziaria anche se la tendenza è rivolta ad un parziale recupero. Lasciano sul tappeto il 12,7% in valore mentre i volumi ritornano a crescere +0,7% . Dato che prefigura una possibile inversione di tendenza.
Andando a esaminare i singoli mercati i valori, come anticipato, tendono a muoversi verso il quadrante negativo con una riduzione dei tassi di crescita o con valori negativi nonostante una crescita sensibile dei volumi. Valori in crescita si registrano in: Germania +3,5% (in rallentamento sul precedente trimestre), Francia +17,9% (espansione), Austria +3,1, Svezia +2,2 e Danimarca +0,1%. In flessione USA -15,1%, Regno Unito -10,6%, Giappone -8,9% e Canada -8,0%. Sotto il profilo delle consegne le flessioni più significative nei volumi: Stati Uniti -8,0% e Austria -7,4%. In fase di crescita: Francia +51,7%, Svezia +20,1%, Germania +6,2%, Regno Unito +9,8%, Danimarca +8,9%, Svizzera +5,6%, Giappone +5,0% e Canada +0,7%. In Estremo Oriente, dopo un positivo 2008, il mercato registra un‘inversione di tendenza. In fase di contrazione risultano essere tutti i mercati con una diversa intensità ai cui limiti estremi si pongono il Vietnam -49% e il Giappone -9%.
Le tipologie
Passando all’analisi delle tipologie, l’Ufficio Studi dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani registra, per i vini rossi, una forte accelerazione della domanda dei vini rossi nei primi 6 mesi 2009; per i vini da tavola +16,5% e una contrazione dei vini Vqprd -6,0%. Situazione divergente che pone in evidenza una tendenza già riscontrata nei precedenti report e aggravata dall’acuirsi della crisi economica. Nel complesso i volumi risultano essere in crescita del 7,8%.
Sul versante dei valori, i Vqprd mostrano una caduta del 14,1% a fronte di una crescita dei vini da tavola +4,0%. La crisi della ristorazione colpisce in maniera evidente le fasce alte dell’offerta. La domanda di vini bianchi è concentrata prevalentemente nel segmento dei vini di tavola e la tendenza in atto è orientata ad un ulteriore specializzazione. Le consegne dei VdT aumentano del 7,1% e i vini Doc e Docg flettono del 6,8%. La caduta dell’interesse verso i vini di qualità si ritrova nei valori - 14,6% contro il -6,7% dei vini da tavola (VdT). Come già rilevato da Assoenologi, gli spumanti mostrano una domanda vivace +10,2% grazie ad una riduzione del valore -17,6%, con una simmetrica riduzione dei valori medi unitari del -25,2%.
I dati sulle regioni italiane
Nella presentazione dei dati trimestrali è consuetudine di Assoenologi dare uno sguardo alle tendenze regionali dei flussi disponibili solo nel parametro valore: il dato complessivo ha una declinazione regionale differenziata. La contrazione dei valori delle esportazioni nel primo trimestre 2009 vede più colpite le regioni del Centro -9,0%, segue il Nord con -7,6%. L’Italia del Sud riesce a mantenere i valori +1,1% grazie alla crescita dei flussi di vino sfuso. Le uniche regioni che mostrano segnali positivi sono il Lazio (+14,1%) e l’Abruzzo (4,1%). Tra le regioni più importanti è da evidenziare la tenuta del Veneto e Trentino Alto Adige. Flessioni più significative si registrano in Toscana, Piemonte e Emilia Romagna.

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