Nelle grandi difficoltà del 2020, in un quadro del vino italiano che chiuderà l’anno con un bilancio in deciso calo, nel complesso, c’è chi non solo è tenuto, ma è riuscito a crescere. Grazie alla presenza in tanti mercati e, soprattutto, ad una presenza consolidata su più canali oltre a quello Horeca che ha subito più di tutti, a partire dalla Gdo, passando per l’on line. E così, dopo le buone news delle Cooperative (da Cavit a Mezzacorona, da Terre Cevico a Cantina di Valpolicella Negrar) e di un gigante come Schenk Italian Wineries del Gruppo Schenk (che stima una crescita del 4% nel 2020 sul 2019, intorno ai 115 milioni di euro), vede positivo anche il gruppo Piccini, realtà storica ed articolata con radici in territori come Chianti Classico, Montalcino, Maremma, sull’Etna in Sicilia e nel Vulture in Basilicata, guidato da Mario Piccini, che prevede di chiudere in crescita del +6,5%.
“È stato un anno drammatico dal punto di vista sociale e molto complicato dal punto di vista aziendale - dichiara Mario Piccini - il canale Horeca ha subito perdite notevoli ma siamo riusciti a riorganizzarci rapidamente potenziando la crescita delle vendite in grande distribuzione e nell’e-commerce diretto, che ad oggi rappresenta l’1% del fatturato aziendale. La strategia di diversificazione, il rapido riassetto della distribuzione e l’impegno collettivo di tutti i collaboratori dell’azienda, hanno contribuito al raggiungimento, in questo anno difficile, di un +6,5% di fatturato sul 2019. Il mercato rimane comunque estremamente volatile e inevitabilmente legato agli sviluppi della situazione Covid con relative ricadute della pandemia sul potere di acquisto delle famiglie”. In termini di volumi Tenute Piccini prevede di arrivare ad una conclusione d’anno con un aumento del 3% in Italia, del 9% all’estero e di circa il 300% sul canale e-commerce. Tale crescita ha garantito fino ad oggi la continuità del lavoro a tempo pieno di tutti i dipendenti, nonché l’inserimento di nuove figure professionali all’interno dell’organico aziendale. Un anno di transizione, il 2020, iniziato con l’inaugurazione della nuova sede produttiva di Casole d’Elsa - un investimento da 13 milioni di euro in produzione e logistica - e proseguito con un la riorganizzazione e il miglioramento dei processi produttivi interni in termini qualitativi di efficienza e sostenibilità.
“La cancellazione di eventi e viaggi ci ha consentito di dedicare più tempo e di volgere il nostro focus nell’azienda”, prosegue Mario Piccini, “abbiamo intrapreso un iter di certificazione per la sostenibilità sociale, ambientale ed economica che si accompagna inoltre ad un incremento dell’offerta dei nostri vini biologici. Questo per una sempre maggiore attenzione alle esigenze del consumatore finale, al quale abbiamo voluto dimostrare la nostra vicinanza anche durante il momento più duro del lockdown, con investimenti in comunicazione anche attraverso spot televisivi istituzionali e con il potenziamento del canale e-commerce per permettere l’acquisto di etichette premium normalmente distribuite solamente dalla ristorazione”.
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