Le prospettive sono meno serene di quanto ci si aspettava in estate. Ma il comparto del vino italiano, in ogni caso, sembra aver ritrovato buona salute, nel complesso. Tra un export 2021 che va verso il record dei 7 miliardi di euro (nei primi 10 mesi spedizioni a 5,8 miliardi di euro, +13% sul 2020 e +10% sul 2019, secondo i dati Istat analizzati da WineNews), un consumo fuori casa ancora lontano dai livelli 2019 ma (in attesa di dati ufficiali) sicuramente migliore, del 2020, e una gdo che tutto sommato ha tenuto (vendite a 1,8 miliardi di euro, +2,6% sul 2020, nonostante un calo in volume del -3,2%, secondo i dati Iri). A confermare lo stato positivo sono i dati sul vino italiano di Atradius, leader mondiale nel recupero crediti, per WineNews. Che, nel complesso, vede “un settore vitale con mancati pagamenti in calo nel 2021 e stabili nel 2022”, almeno in questo avvio.
Un settore vitale, dunque, ma, come noto, molto frammentato, dove poche grandi case vantano fatturati superiori a 100 milioni di euro. Tuttavia, “i margini reddituali in media sono soddisfacenti: la maggioranza delle aziende presenta un Ebitda tra il 4% e l’8%”, spiega ancora Atradius. Che, inoltre, prevede un miglioramento ulteriore del fondamentale parametro della redditività, confidando in una prossima ripresa piena e su una ulteriore crescita delle esportazioni, “a fronte inoltre di un contesto di prezzi delle materie prime che dovrebbero scendere nei prossimi mesi”. Come per tutto il settore agricolo, precisa Atradius, è difficile azzardare previsioni sulla produzione futura se non in prossimità della vendemmia e tenendo conto dell’andamento climatico precedente. I prezzi, a loro volta, saranno condizionati dal livello della produzione ottenuta a fine stagione, oltre che dall’andamento dei costi energetici e della logistica”.
In questo contesto, comunque, “il quadro dei pagamenti non presenta elementi di particolare negatività. Il numero delle insolvenze nel 2021 è diminuito rispetto all’anno precedente e rispetto al trend storico. Tuttavia, nel 2022 dovremmo assistere ad un rimbalzo della sinistrosità a seguito della fine degli interventi a sostegno della liquidità emanati dal Governo nel 2020/21. In particolare, terminano i periodi di pre-ammortamento dei prestiti garantiti e le moratorie.
Ma il dato positivo è che il il settore del vino, che spesso ricorre al prestito bancario per sostenere gli asset produttivi e per gestire magazzini con bassa rotazione delle merci, è ben considerato dagli istituti di credito. “Le banche - conclude Atradius - mostrano buona disponibilità verso le aziende del comparto, che generalmente presentano un buon grado di patrimonializzazione a garanzia dei prestiti. Il valore mediano dell’indebitamento netto rispetto al capitale è pari a 55%”.
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