Il dibattito sugli organismi transgenici incendia da tempo - e più che mai in questi giorni - il comparto agricolo. E in viticoltura? Anche qui si sta pensando se introdurre o no gli Ogm. Il professor Claudio Malagoli, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, specializzato proprio in Ogm, ne ha parlato ai microfoni di www.winenews.tv. “Ci hanno provato in Francia - dice Malagoli - con un progetto che è stato presto abbandonato, perché i consumatori volevano essere sicuri che i prodotti non fossero dannosi per la salute e per l’ambiente. Cosa che non sappiamo, perché non sono ancora state fatte indagini epidemiologiche”. Ma il punto focale, per il professor Malagoli, è un altro: in Italia la viticoltura geneticamente modificata è inutile. “Il consumatore percepisce i prodotti derivati da coltivazioni Ogm come prodotti di scarsa qualità e questo li colloca, sul mercato, in fasce di prezzo basse. L’agricoltura, ma soprattutto la viticoltura italiana deve, invece, puntare sulla qualità e sull’eccellenza, se vuole essere competitiva sui mercati internazionali”. Insomma, il punto è che se vogliamo (e dobbiamo) giocare la carta della qualità per conquistare nuove fette di mercato, e allo stesso tempo mantenere salde le posizioni acquisite, allora dobbiamo spostare il fulcro del dibattito. Abbandonare la querelle ideologica “Ogm sì - Ogm no” e analizzare a fondo se il transgenico - ormai una realtà con la quale misurarsi - sia utile o no al nostro sistema economico.
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