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VITTORIA DEL “PARMESAN”: PER IL MINISTRO GIANNI ALEMANNO LA SENTENZA HA VALORE SIMBOLICO

E' vittoria per il Consorzio del Parmigiano Reggiano, impegnato da anni, con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole, in un'estenuante battaglia quotidiana condotta in tutte le sedi contro le contraffazioni e chi sfrutta la notorietà del “re” dei Formaggi, senza rispettarne il disciplinare produttivo. “E’ vittoria per i consumatori europei, oltre che per il nostro paese, il Parmigiano Reggiano e i prodotti Dop - ha dichiarato Andrea Bonati, presidente del Consorzio - L'obiettivo ora è quello di concretizzare i principi contenuti nella sentenza, rafforzando il sistema di vigilanza e di repressione frodi in Italia e in tutti i paesi dell' Unione. Inoltre, la tutela del Parmigiano-Reggiano dovrà essere opportunamente estesa ai Paesi Terzi, nell' ambito dei negoziati internazionali. Voglio ringraziare le istituzioni che ci hanno sostenuto, in primo luogo il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che è al nostro fianco, in ogni battaglia. La vicenda Parmesan è una felice testimonianza dei risultati che si possono ottenere, per valorizzare il sistema delle Dop, quando si opera concordemente e con tenacia".

Con 563 caseifici associati a cui fanno riferimento circa 7.000 produttori di latte, il Consorzio del Parmigiano Reggiano é uno dei più antichi organismi di tutela. Il suo compito è quello di stabilire le norme del Disciplinare, di apporre i marchi di qualità al prodotto, di vigilare sulla produzione e sul commercio, di promuovere e proteggere in tutto il mondo la denominazione Parmigiano Reggiano. Pur essendo un consorzio volontario, associa tutti i produttori della zona d' origine (Parma, Reggio Emilia, Modena,Mantova alla destra del fiume Po, Bologna alla sinistra del fiume Reno). L' annata casearia del 2001 ha registrato una produzione di 2.877.883 forme, pari a 108.425 tonnellate di prodotto e, a fronte di un lieve incremento dei volumi (+0,9% rispetto al 2000), si è assistito a un calo dei caseifici del 3% (-18 unità). Le esportazioni rappresentano circa il 10% della produzione complessiva.

“E’ una sentenza molto attesa che ha il valore di un simbolo. Il dato fondamentale è che il valore delle denominazioni d'origine aumenta notevolmente". Quresto il commento del ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Gianni Alemanno: "La questione Parmesan - ha detto - è una vecchia questione che ha soprattutto il valore di unimbolo. Vincendo questa sentenza il Parmigiano Reggiano non soltanto è difeso in Italia ed in Europa ma tra breve potrà essere difeso anche in tutto il mondo. Le altre denominazione di origine sanno che il loro sforzo sul prodotto potrà essere premiato anche dal punto di vista economico. In altri termini, si tratta di una grande vittoria del sistema agroalimentare italiano di grande qualità".


Il punto - Le battaglie vinte e da combattere per il “made in Italy”

Successi, ma anche molte battaglie ancora da combattere per l'Italia nella difesa delle produzioni tipiche, largamente copiate ed imitate in tutto il mondo. La sentenza odierna della Corte di Giustizia Ue sul parmigiano segna sicuramente una data importante a livello comunitario per le Dop italiane, ma la “guerra” a livello internazionale, aperta in sede Wto, è tutta ancora agli inizi.Nel corso dell'ultimo vertice interministeriale dell' Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), svoltosi a Doha, è stato infatti raggiunto un importante accordo che prevede l'avvio della trattativa internazionale per la tutela delle denominazioni di origine nei confronti dell'agropirateria. L'accordo di Doha apre una strada tutta in salita per l'Italia, che dovrà fare la voce grossa per vedere riconosciuto e rispettato a livello mondiale il proprio patrimonio enogastronomico. Il 2002, invece, si è aperto con un importante successo per i prodotti tipici riconosciuti italiani: in aprile, a Wellington, nell'ambito del Codex Alimentarius, si è infatti evitata la definizione di norme tecniche internazionali per la produzione di “Parmesan” al di fuori dei limiti previsti dai disciplinari del Parmigiano Reggiano e senza alcun riferimento al legame territoriale all'origine del prodotto. Sempre lo scorso aprile, i prodotti italiani hanno subito però anche il primo ko, seppure non definitivo. L'avvocato generale della Corte di Giustizia Europea si è infatti pronunciato in merito ai contenziosi relativi alla possibilità o meno di elaborare ed imballare il prosciutto di Parma ed il Grana Padano al di fuori dell'area di origine, sottolineando che la tutela della denominazione d'origine protetta non si estende all'esigenza di affettare, grattugiare o confezionare il prodotto nella zona di origine indicata nei disciplinari approvati dall'Ue. Se le conclusioni dell'avvocato generale della Corte di Giustizia Ue fossero accolte dai giudici comunitari, che si dovranno esprimere nei prossimi mesi, sarebbe introdotto un grave precedente che favorisce truffe a danno di tutti i formaggi ed affettati tutelati a livello comunitario. Nei primi giorni di giugno, invece, si è conclusa la controversia legale, pendente dal 1999 presso la Corte Distrettuale Nord di New York, contro la Renzi & Sons, uno dei primi operatori americani del settore dei formaggi che commercializzava con la denominazione Parmigiano un formaggio grattugiato generico, con il divieto di utilizzazione della denominazione.

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