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LA STORIA

Voglia di convivialità, ma timore ad uscire: la formula vincente dello chef a domicilio

Lo chef Luca Pizzocheri, dopo il lockdown, rilancia il suo format: è lui a pensare a tutto, dalla preparazione al servizio, direttamente a casa

Con la fine del lockdown è tornata per tanti italiani la voglia di mangiare fuori, incontrarsi con gli amici e la famiglia per un aperitivo o una cena in compagnia. Ma, è innegabile che ancora in tanti sono titubanti, e anche impauriti dal tornare nei ristoranti. E, anche in questa situazione di emergenza, la ristorazione ha pensato e pensa ancora ad adattarsi alle esigenze dei consumatori, con servizi di take away o delivery. Oppure, si pensa a riportare alla luce tendenze già registrate anche prima del Covid, e che ora più che mai possono tornare in auge, con tanti casi e storie possibili da raccontare, di cui quella dello chef Luca Pizzocheri, lo chef a domicilio, è una delle tante. Sulla falsa riga del detto “se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”, infatti, il giovane chef con base a Milano, dà la possibilità di tornare a godere della gioia di stare a tavola in un contesto riservato e sicuro, la propria casa. Lo chef infatti cucina a casa di chi desidera, rispettando tutte le norme di sicurezza e igiene, portando con sé la sua filosofia di cucina come mezzo per raccontare storie, attraverso piatti elaborati e studiati come vere e proprie favole, rinominata da lui “Table Tales”, storie da tavola appunto, reinterpretando la cucina tradizionale mediterranea in chiave moderna.

Il funzionamento è semplice: si contatta lo chef via mail, che sempre in via telematica proporrà dei menù in base a gusti, preferenze e regimi alimentari speciali dei commensali. Poi, è lo chef Pizzocheri ad occuparsi personalmente di tutto, della spesa e della preparazione a domicilio del menù. Così, padrone di casa e ospiti possono sbirciare in cucina, assistere alle preparazioni e, i più curiosi, possono fare domande o apprendere alcuni segreti del mestiere. Durante la cena, lo chef si occupa del servizio, raccontando ogni storia che si accompagna con ogni portata, e con la consulenza di un sommelier, si occupa anche degli abbinamenti di ogni ricetta con i vini più adatti.

“Con la fase di riapertura, a inizio maggio - spiega chef Pizzocheri - sono stato tempestato dalle telefonate per prenotare pranzi o cene con piccoli gruppi di persone. Quello che percepisco è che c’è voglia di convivialità ma c’è ancora un po’ di timore a uscire e le persone preferiscono organizzarsi a casa con un professionista attento a ogni dettaglio”.

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