Vola alto il Parmigiano Reggiano, uno dei fiori all’occhiello dell’agroalimentare made in Italy: nel 2022 bilancio record da 56,5 milioni di euro di ricavi, di cui 34,2 milioni di euro saranno investiti in futuro per azioni di marketing e comunicazione, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero. Ecco i dati scaturiti dall’assemblea generale, nei giorni scorsi, per l’approvazione del bilancio preventivo 2023 e delle leve di flessibilità del Piano Regolazione Offerta 2023-2025, alla quale è intervenuto anche il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.
Sul totale dei ricavi, 17 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno (al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse) 39,5 milioni, con una fetta importante di questi destinata al marketing e alla comunicazione; in particolare, una decisa accelerazione sarà rivolta al pilastro “mercati esteri” del piano marketing, con investimenti per 14,2 milioni di euro (contro gli 11,9 milioni del 2022 e i 9 milioni del 2021), mentre i restanti 20 milioni saranno allocati negli altri sei pilastri del piano, legati ad attività orizzontali, allo sviluppo del marchio e alla campagna pubblicitaria in Italia. Investimenti per 3,3 milioni di euro saranno poi destinati ai seguenti programmi: “Premium 40 Mesi” per sostenere il segmento del Parmigiano Reggiano a lunga stagionatura (nello specifico, 1,9 milioni), investimenti in attrezzature per i Centri raccolta latte (0,7 milioni) e progetti di miglioramento del benessere animale e della sostenibilità (0,7 milioni).
“La difesa della sovranità alimentare - ha dichiarato il Ministro Francesco Lollobrigida - è la possibilità di scegliere i nostri sistemi di produzione e dare al consumatore finale cibo di qualità. Questa è la sfida che abbiamo voluto raccogliere: preservare, difendere e valorizzare le nostre produzioni uniche. Il Parmigiano Reggiano è una delle nostre eccellenze, uno dei prodotti più conosciuti legati al territorio. Oggi l’Italia in Europa si presenta con la consapevolezza che è fondamentale difendere il nostro sistema produttivo, le nostre imprese e il legame tra il nostro modello produttivo e la nostra cultura. Non bisogna mai dimenticare che dietro ogni nostra azienda c’è economia, modello di sviluppo ma c’è anche e soprattutto un elevatissimo livello culturale che è legato al rapporto tra uomo, terra e produzione di cibo”.
Il Parmigiano Reggiano non è soltanto un asset vincente sul piano economico: la sua diffusione in territori rurali complessi, come ad esempio l’Appennino, contribuisce allo sviluppo di quei luoghi e garantisce il reddito agli imprenditori agricoli, che in questo modo possono scegliere di rimanere in montagna e produrre. “Il 2023 sarà un anno molto importante, caratterizzato da grandi sfide - ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano - Per affrontare i problemi legati alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, al caro energia, all’incremento del costo delle materie prime e a un’inflazione crescente che ridurrà il potere d’acquisto delle famiglie, la parola chiave sarà stabilità. Per ottenere questo obiettivo, sarà fondamentale fare squadra: dovremo infatti collocare sul mercato la produzione più alta della Dop, quella del 2021, riuscendo sia a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, sia a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione. Pertanto, per sostenere e sviluppare la domanda, abbiamo previsto un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda, soprattutto sui mercati esteri, quelli che negli ultimi anni hanno rivelato una potenzialità maggiore. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del “noi” del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop” ha concluso Bertinelli.
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