Donne (e uomini) sempre più appassionati di prodotti naturali. Oltre 4 italiani su 10, pari a 20 milioni di consumatori, si rivolgono all’erboristeria, un business da 2 miliardi di euro con 100.000 addetti, 1.200 produttori, 4.500 negozi specializzati e 17.000 farmacie che, accanto ai ritrovati della moderna medicina, allineano anche erbe e formule delle nostre nonne. Boom anche delle terme con ormai 2 milioni di frequentatori, quote crescenti di giovani e un bilancio annuo di 400 milioni di euro. A questi due settori così importanti, con sinergie e sviluppo crescenti e un’immagine sempre più apprezzata, CarraraFiere dedica "Erbexpo", il Salone dell’Erboristeria e del Termalismo (Carrara, 6/8 febbraio, www.erbexpo.it), 150 espositori.
“Il mondo del naturale - hanno spiegato Luigi Danesi e Paris Mazzanti, presidente e direttore generale di Carrarafiere - ha capito che Carrara offre ciò di cui si aveva realmente bisogno, una manifestazione specializzata su misura per i professionisti, ma capace di attrarre anche il grande pubblico”. Ad Erbexpo parteciperanno i più importanti stabilimenti termali e il meglio della produzione di tisane, decotti, creme, generi alimentari, di bellezza e per il benessere. Il tutto all’insegna del biologico e del naturale. Ormai unica manifestazione del genere nel centro Italia, Erbexpo si apre da quest’anno anche ai prodotti omeopatici. Per ora senza una sezione specifica, ma la presenza di aziende importanti lascia supporre per il futuro alleanze interessanti con un settore in piena espansione anche nel nostro Paese.
La rassegna si struttura in cinque sezioni: Erbe e derivati, Termalismo, Cosmetica Naturale, Nutrizione, Ricerca e tecnologie, uno schema studiato per consentire ai visitatori di orientarsi al meglio e agli operatori di aggiornarsi grazie ai molti convegni e dibattiti su novità e problemi del settore. La Fei ne organizza quattro (sulla Forest Medicine, ossia sull’attualità delle pratiche popolari di cura; sui problemi della Laurea in tecniche erboristiche e sui rischi dell’erboristeria “tra realtà e disinformazione”). L’Associazione Italiana Omeopatia spiegherà ai manager del settore come tenersi aggiornati in tema di normative. Quanto al termalismo, con 25 stabilimenti, la Toscana è la vera capitale italiana con un fatturato di 50 milioni di euro, cifra che colloca il settore al terzo posto nella bilancia turistica regionale dopo il “balneare” e l’“arte/affari”.
Le terme in Toscana
Le aziende
In Toscana operano 25 aziende termali. La Provincia con la più alta concentrazione di stabilimenti termali (10) è Siena, seguita da Grosseto e da Pistoia.
I clienti
In totale sono 157.700. Per oltre il 78% sono assistiti dal Sistema Sanitario Nazionale. Scelgono l’offerta termale dedicata al benessere oltre 11.300 persone.
L’offerta ricettiva
Gli alberghi nelle località termali sono 516, pari al 60% dell’offerta ricettiva locale (il 40% è rappresentato dall’offerta extralberghiera e agrituristica). Sul totale dell’offerta toscana sono invece circa il 17,5 %. Si tratta perlopiù (49%) di alberghi a 3 stelle. Quelli a 4/5 stelle rappresentano però oltre il 20% di tutti i posti letto disponibili in albergo. I posti letto nelle aree termali sono 38.680: oltre il 9,5 % dell’offerta totale. Per circa l’83% appartengono ad alberghi.
Terme e flussi turistici
Le località termali toscane registrano oltre 1,156 milioni di arrivi per circa 4,160 milioni di pernottamenti. Il settore termale, in termini di presenze turistiche, rappresenta quasi l’11% del movimento turistico toscano.
Le località più importanti
In termini di presenze turistiche le località più importanti sono: Montecatini-Valdinievole (oltre il 46%), Chianciano-Valdichiana (37%), Pisa e Grosseto ( 5% ciascuna), Siena (escluso Chianciano) poco più del 3%.
Le provenienze
I turisti italiani che frequentano le terme toscane (oltre 2,282 milioni di presenze) sono circa il 55% del totale. Per gli stranieri, Montecatini fa la parte del leone con oltre il 58% delle presenze straniere totali del settore; si tratta dell’unica realtà termale dove il numero delle presenze di stranieri supera decisamente quello degli italiani. I tedeschi e l’Est rappresentano ancora il primo mercato di riferimento, con circa il 28% delle presenze. Le nuove aree emergenti (l’Est europeo è la componente più significativa) stanno peròdiventando il primo mercato di provenienza con circa il 42% delle presenze straniere. Seguono inglesi (11%), francesi (7,6%), americani (7,3%), svizzeri (2,5%).
Fonte: Regione Toscana 2004
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