Un wine merchant moderno, con neanche trent’anni di attività alle spalle, fondato da Mark Bedini e Bud Cuchet a Londra, cuore pulsante del commercio enoico globale, ma presente anche ad Hong Kong, in California e anche a Milano, ed una peculiarità che lo rende diverso da qualsiasi altro: una clientela fatta da un bacino di 30.000 collezionisti privati sparsi in ogni angolo del mondo. Una rete su cui Fine + Rare ha saputo costruire un modello di business tanto originale quanto funzionale, capace di mettere insieme tanti aspetti diversi.
“La passione per le rarità e le eccellenze è ciò che accomuna tutti i nostri clienti, alla continua ricerca di grandi classici di Bordeaux e Borgogna come di griffe emergenti. Oggi Fine + Rare è un marketplace all'avanguardia, che può contare sulle migliori tecnologie lungo tutta la supply chain, garantendo sempre la massima qualità delle bottiglie che acquistiamo e stocchiamo. In questi anni siamo stati in grado di costruire una fitta rete di connessioni tra tutti i nostri asset, che ci permettono di attirare investimenti importanti e costruire ponti solidi tra i collezionisti e i più grandi produttori del mondo enoico. Inoltre i nostri clienti , tra le varie alternative, hanno anche la possibilita’ di acquistare i vini in bond , ovvero acquistarli ma lasciarli stoccati nel nostro magazzino in Uk e non pagare alcuna tassa”, racconta, a WineNews, il managing director Europa Fine + Rare, Merch Pescollderungg.
La distribuzione delle etichette top dai principali territori del vino - dalla Napa Valley a Bordeaux, dalla Borgogna alla Toscana, passando per il Piemonte, con griffe come Sassicaia, Vega Sicilia, Gaja, Le Pin, Giuseppe Rinaldi, Brunello Cucinelli, Ornellaia, Domaine D’Auvenay, Promontory, solo per citarne qualcuna - ai wine lover di tutto il mondo, ruota intorno ad un obiettivo ben preciso: soddisfare ogni richiesta, dai produttori più rari alle vecchie annate ai grandi formati, rivolgendosi al mercato a 360 gradi, principalmente acquistando direttamente dai produttori, ma anche dai distributori, dalle cantine dei ristoranti di lusso e dagli stessi privati che aprono le porte dei loro caveau.
È un lavoro basato essenzialmente sulla capacità di creare e curare relazioni, mettendo in contatto aziende e collezionisti da 52 mercati diversi, per un giro d’affari che, nel 2022, ha toccato i 100 milioni di dollari. Le etichette trattate sono migliaia, ed ogni due giorni la proposta è concentrata su qualcosa di nuovo e diverso: vecchie annate di Barolo, annata corrente di Brunello di Montalcino o Amarone della Valpolicella o SuperTuscan, selezioni di produttori iconici, le nuove allocazioni di Borgogna e Bordeaux, ovviamente en primeur, come ogni wine merchant britannico che si rispetti. L’altro pilastro, come accennato, è la capacità di reperire qualsiasi tipo di bottiglia, comprese le più rare, garantendone sempre l’assoluta qualità e provenienza.
Infine, c’è un altro aspetto di straordinaria rilevanza, che riguarda la dimensione esperienziale. Ai clienti più importanti, infatti, proprio grazie alle relazioni su cui può contare Fine + Rare, vengono aperte le porte delle cantine più prestigiose, ed il calendario degli eventi dedicati a verticali e degustazioni di altissimo livello, nei luoghi più esclusivi della ristorazione mondiale, è sempre ricchissimo. Il prossimo appuntamento? “The future icons of Burgundy & Barolo”, in Langosteria, a Milano, dove il 23 marzo i Barolo di Giuseppe Rinaldi (con annate dalla 2000 alla 2018) ed i Puligny Montrachet di Alvina Pernot e Domaine Paul Pernot, presentati direttamente dalle due vignaiole (Alvina Pernot e Carlotta Rinaldi), in un viaggio esclusivo, tra grande vino ed alta gastronomia, in nove portate.
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