Il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, probabilmente l’uomo più influente al mondo, arriva oggi in Italia, attesissimo, per gettare le basi della tanto discussa “Via della Seta”, un sistema di infrastrutture che collegherà la Cina, destinata a diventare presto la prima economia mondiale, alla Vecchia Europa, produttore, mercato e ponte geografico con l’Africa, sui cui Pechino punta forte per il futuro. Lasciando da parte le querelle nate nelle scorse settimane, sull’opportunità o meno di stringere rapporti così forti con il nemico numero uno degli Stati Uniti, almeno in termini economici e commerciali, è evidente che si aprano, anche per l’agroalimentare italiano, nuove opportunità. Che andrebbero a rafforzare in maniera importante una tendenza comunque positiva, sottolineata anche dai numeri di gennaio 2019, con le spedizioni in crescita del 20%, come ricorda la Coldiretti analizzando gli ultimi dati Istat, sulla scia del record del 2018 di 439 milioni di euro, un valore che è più che triplicato negli ultimi 10 anni (+254%) con la progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali.
Il prodotto più esportato in Cina, ricorda la Coldiretti, è il vino, per un valore di 127 milioni di euro nel 2018, con l’Italia che ha sorpassato la Spagna ed è diventata il quarto esportatore verso Pechino. Le importazioni agroalimentari dalla Cina nello stesso anno sono state tuttavia pari a 594 milioni, e hanno superato del 35% il valore delle esportazioni made in Italy, facendo pendere la bilancia commerciale a favore di Pechino. A frenare le spedizioni agroalimentari italiane, ricorda ancora la Coldiretti, sono le barriere tecniche ancora presenti per le produzioni nazionali. Se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte in Cina per l’erba medica italiana, al momento per quanto riguarda la frutta fresca l’Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere oggetto di uno specifico negoziato. La Cina, conclude la Coldiretti, è inoltre al secondo posto a livello mondiale tra i Paesi che hanno fatto scattare maggiori allarmi alimentari nell’Unione Europea nel corso del 2018 ed è per questo importante garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti dei lavoratori dei prodotti che varcano la frontiera.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024