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LA NAPA VALLEY, IL CUORE PULSANTE DELL’ECONOMIA VINICOLA AMERICANA, NEL 2011 HA GENERATO AFFARI PER 50 MILIARDI DI DOLLARI, IN UN PAESE CHE RISCOPRE IL PIACERE DEL VINO “DI CASA”: LE ETICHETTE MADE IN USA SUPERANO QUELLE DEGLI ALTRI PAESI

Italia

Napa Valley, cuore pulsante dell’economia vinicola americana. Tanto che, nel 2011, ha generato affari per 26 miliardi di dollari nella sola California, e per 50 negli interi Stati Uniti. A dirlo uno studio di Stonebridge Research Group. Numeri in crescita (+8 miliardi di dollari sull’economia Usa dal 2008), sostenuti anche da un riscoperto “patriottismo” dei consumatori americani. In bar e ristoranti del Paese, dove, per la ricerca “BarTab 2012” di Technomic’s, se i consumi complessivi nel 2011 sono diminuiti in quantità dell’1,1%, il valore è cresciuto del 4,9%, a 93,7 miliardi di dollari, con il sorpasso, nel vino, delle etichette americane su quelle di altri Paesi in termini di consumi. Un segnale da tenere d’occhio nel Paese che, ad oggi, è il mercato n. 1 al mondo, e dove l’Italia, tra i vini stranieri, è leader in valore e volume.

“Le dinamiche che incidono sul mercato degli alcolici sono molteplici - spiega Henkes, Vice Presidente di Technomic - che vanno dalla fiducia dei consumatori nell'economia fino all'ultima tendenza del gusto. Gli operatori e i fornitori per avere successo devono mettere a punto sempre nuove strategie”. Sempre secondo lo studio emerge che la birra rimane la bevanda alcolica più venduta, generando più di quattro quinti del volume e quasi la metà degli incassi. A vendere sono soprattutto i grandi marchi, anche se i volumi di birre artigianali vendute sono in crescita. Si registra inoltre un incremento dei cocktails soprattutto a base di vodka, mentre i distillati come il whiskey irlandese hanno meno appeal. I luoghi dove si beve di più restano i bar, i pub e le discoteche anche se la tendenza ad ordinare alcolici si sta espandendo anche nei ristoranti.

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