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VINO & ARTE

La celebrazione della donna e della sensualità: Allen Jones “veste” il Chianti Classico di Nittardi

Per l’“Etichetta d’Artista” del Vigna Doghessa 2016, della cantina che fu di Michelangelo, scelto uno dei più celebri artisti della Pop Art

Tra i tanti sodalizi che legano il vino al mondo dell’arte, uno dei più longevi, in Italia, è quello che, dal 1981, vede artisti di grande fama internazionale (da Emilio Tadini a Valerio Adami, da Guenter Grass a Dario Fo, premi Nobel per la letteratura, da Yoko Ono ad Eduardo Arroyo, da Igor Mitoraj a Joe Tilson, tra gli altri), “vestire” il Chianti Classico della celebre cantina Nittardi, i cui vigneti furono di proprietà del grande Michelangelo Buonarroti, e oggi di Peter Femfert e Stefania Canali. E, così, è la volta di Allen Jones, pietra miliare della Pop Art, che a creato la nuova e provocatoria veste del Chianti Classico Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa 2016.
Jones ha creato tre opere, che esprimono tre interessanti versioni della figura femminile, una per l’etichetta e due per la carta seta che avvolge come di consueto la bottiglia: oltre alla versione ufficiale ve ne è una che confezionerà una serie limitata di bottiglie in “secret edition”, da custodire nella parte più nascosta della cantina.

Focus - Allen Jones
Allen Jones (Southampton1937), pittore, incisore e scultore britannico, è uno degli artisti pop contemporanei più conosciuti al mondo e anche uno dei più controversi e urticanti dissacratori del nostro secolo. Nel 1961, ha studiato alla Royal College of Art con artisti del calibro di R.B. Kitaj, Peter Phillips e David Hockney, proiettando l’arte figurativa verso una nuova direzione, diventando una pietra miliare nella storia della Pop Art. La figura femminile è sempre stata al centro del suo interesse. La carica erotica trasforma il corpo in icona glamour, arma seduttiva e potente strumento di comunicazione. Negli anni settanta fu capace di accendere gli animi, e dare scandalo, trovandosi sempre al centro di polemiche, ricordando ad esempio, le sue “donne-mobile”, d’impronta voyeuristica, che hanno ispirato Stanley Kubrick per il set di Arancia meccanica. Le sue creazioni hanno sempre evidenziato alcuni aspetti del carattere di un’epoca, in maniera sfrontata, diretta ed ironica.

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