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FIERE E MERCATI

Veronafiere, fatturato a 92 milioni di euro (+7,8%). Maurizio Danese confermato alla presidenza

Per la fiera che organizza Vinitaly, evento più importante del vino italiano, piano industriale 2019-2022 da 105 milioni di euro di investimenti
DANESE, FIERE, MANTOVANI, VERONAFIERE, VINITALY, vino, Italia
Maurizio Danese e Giovanni Mantovani, presidente e dg VeronaFiere

92,8 milioni di euro di bilancio consolidato, in crescita del 7,9% sul 2017, anche oltre alle attese, un Ebitda di 13,9 milioni di euro (15% su fatturato), un utile netto di gruppo di 2,8 milioni di euro, e un piano industriale 2019-2022 che prevede 105 milioni di investimenti (per arrivare ad un fatturato di 133 milioni e al raddoppio dell’Ebitda già a partire dal 2020, grazie ad alcune operazioni di mercato già finalizzate come nel segmento degli allestimenti): sono i numeri del bilancio del Gruppo Verona Fiere,che include, oltre alla capogruppo Veronafiere Spa, firma del più importante evento del vino italiano Vinitaly, e di una rete di eventi dedicati al vino italiano nel mondo, con Vinitaly International, e che ha riconfermato all’unanimità Maurizio Danese alla presidenza (e che ha registrato ricavi per 82,4 milioni di euro, in aumento del 3,2% sull’anno precedente, con l’Ebitda a 12 milioni di euro, con un’incidenza del 14,6% sui ricavi, e un risultato netto positivo per 1,9 milioni di euro, in crescita del 9,6% sul 2017), anche le società Piemmeti Spa, Veronafiere Servizi Spa, Milanez&Milaneze, Verona Parma Exhibitions Srl (Vpe), Metef Srl e Medinit Srl.
Dati resi noti nell’assemblea dei soci di Veronafiere Spa - che vede come azionista di riferimento il Comune di Verona (39,666% delle azioni), seguito da Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,190%), Camera di Commercio di Verona (13,045%), Società Cattolica di Assicurazioni (7,108%), Banco BPM Spa (7,042%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,404%), Provincia di Verona (1,408%), Intesa Sanpaolo Spa (1,081%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,705%), Immobiliare Magazzini Srl (0,189%) e Regione Veneto (0,162%).
Assemblea, che, come detto, oltre al bilancio e alla riconferma di Danese alla guida, ha approvato anche il nuovo piano industriale, che prevede 105 milioni di euro di nuovi investimenti tra il 2019 ed il 2020, indirizzati primariamente lungo tre capisaldi: miglioramento e rigenerazione a parità di superficie delle infrastrutture del quartiere espositivo, per renderlo tra i più moderni d’Europa; sviluppo di nuovi prodotti in Italia e all’estero, con una forte spinta alla internazionalizzazione; potenziamento dei servizi a valore aggiunto quali la ristorazione, le nuove tecnologie, la digital transformation e gli allestimenti.
Su quest’ultimo fronte, Veronafiere ha già finalizzato nel 2019 un’importante operazione industriale attraverso l’acquisizione di due storiche e collaudate aziende del settore degli allestimenti, Eurotend Spa e Int.Ex Spa, conosciuta con il brand Dumas, facendo evolvere la propria società di servizi in un gruppo in grado di offrire soluzioni complete agli espositori, aumentando al contempo redditività e capacità di operare a livello internazionale.
Nel dettaglio, la galassia Agri-Food&Wine (Vinitaly, Fieragricola, Sol&Agrifood, Eurocarne) ha inciso nel 2018 per il 38% sul fatturato di Gruppo Veronafiere. Un valore che secondo i razionali strategici contenuti nel piano industriale è destinato a diminuire da qui al 2022. Nell’arco di piano, l’Agri-Food&Wine di Veronafiere aumenterà in modo sensibile il proprio valore della produzione ma in un contesto di crescita complessiva nei servizi, negli asset e nei presidi internazionali dell’intero Gruppo. Con l’effetto di armonizzare le leadership di portafoglio (Vinitaly, Fieragricola, Marmomac, Fieracavalli, Progetto Fuoco) in un contesto generale ancora più performante.
“Ringrazio i soci della fiducia e dell’apprezzamento per il lavoro svolto e i risultati raggiunti in questo triennio - ha detto Danese - insieme ai consiglieri di amministrazione uscenti. Una prima fase di evoluzione della fiera inaugurata con la trasformazione in Spa nel 2016 e che si concluderà nella prossima assemblea con l’aumento di capitale. Il nuovo cda sarà ora impegnato nella prosecuzione di un progetto che guarda allo sviluppo strategico di Veronafiere per i prossimi vent’anni, tenendo ben presente il ruolo di motore per l’economia del territorio in cui opera e per il sistema imprenditoriale nazionale che promuove attraverso le proprie rassegne espositive”.
“L’industria fieristica - ha aggiunto il dg Giovanni Mantovani - si sta evolvendo nelle modalità di proporsi, sta crescendo nei paesi emergenti e nelle economie 4.0. La Fiera di Verona ad oggi ha posto le basi per competere in questo scenario e attraverso il nuovo piano industriale si è data l’obiettivo di tradurre le sfide poste dalle attuali dinamiche di mercato in linee guida capaci di indirizzare efficacemente le scelte del Gruppo e rafforzarne il posizionamento globale”.
Nel 2018 le rassegne di Veronafiere hanno raggiunto 1.310.774 visitatori, dei quali 209.324 esteri (16% del totale); 13.967 espositori, di cui 2.707 stranieri (19,4% del totale); 738.187 i metri quadrati venduti. Le manifestazioni a carattere internazionale organizzate in Italia hanno fatto segnare una media del 37% di visitatori esteri e del 40% di espositori stranieri.
I risultati raggiunti nell’esercizio 2018 sono stati possibili grazie alla capacità di Veronafiere, e delle sue controllate, di ottimizzare ulteriormente la gestione diretta e il coordinamento di 72 manifestazioni di cui 48 in Italia e 24 all’estero, in 13 nazioni: Stati Uniti d’America, Messico, Brasile, Sudafrica, Marocco, Egitto, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Oman, Thailandia, Cina e Hong Kong.
“Sono stati tre anni e mezzo ad alta intensità in cui abbiamo lavorato per aumentare competitività e redditività attraverso passaggi fondamentali come la trasformazione in Spa, l’avvio della rivoluzione digitale di tutte le attività, il lancio di nuove manifestazioni e della newco Vpe. Sul fronte dell’internazionalizzazione è stato potenziato il radicamento all’estero con il debutto di Wine South America in Brasile - ha detto Danese - l’apertura di una sede diretta di Veronafiere a Shanghai e la creazione della piattaforma di promozione multicanale Wine To Asia con un partner cinese. Infine, abbiamo rafforzato la nostra società di servizi attraverso l’acquisizione nel 2019 di due storiche e collaudate aziende del settore degli allestimenti, Eurotend Spa e Int.Ex Spa, conosciuta con il brand Dumas, generando un notevole incremento del valore della produzione e della capacità di operare a livello internazionale. Con i nuovi componenti del cda continueremo quindi sul percorso di sviluppo intrapreso, verso gli impegni sempre più sfidanti che ci aspettano nel prossimo triennio”.
Nominato anche il nuovo Cda, dove entrano Daniele Salvagno, imprenditore, presidente, direttore commerciale e marketing dei Frantoi Redoro, Giovanni Maccagnani, avvocato specializzato in diritto tributario, commerciale e penale e revisore dei conti, Matteo Gelmetti, consulente e poi imprenditore nel campo dell’internazionalizzazione delle imprese, e Barbara Blasevich è socio fondatore e presidente di Euroconsulting srl, società di consulenza specializzata nell’assistenza tecnica e nella gestione dei rapporti tra enti pubblici, aziende operanti nell’ambito agricolo ed agroindustriale e le istituzioni comunitarie.

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