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VINO E LEGGE

Querelle Valpolicella, dopo la sentenza del Tribunale di Venezia, parla il Consorzio

“Dare corso integralmente alla sentenza. Ora auspichiamo un ritorno ad una discussione corale e serena per la crescita della Denominazione”
AMARONE, CONSORZIO VALPOLICELLA, FAMIGLIE STORICHE, VALPOLICELLA, vino, Italia
Olga Bussinello e Andrea Sartori, direttore e presidente del Consorzio Vini Valpolicella

“Il CdA del Consorzio di tutela dei Vini della Valpolicella ha deciso, all’unanimità, di dare corso integralmente a quanto disposto dalla sentenza nr. 4333/2019 della Corte d’Appello di Venezia, in merito alla causa civile promossa in appello dalla compagine “Le Famiglie Storiche” e dalle sue aziende associate. Nel merito, la sentenza ha respinto l’appello de “Le Famiglie Storiche” (ex Famiglie dell’Amarone d’Arte) e conferma integralmente e in ogni sua parte quanto stabilito dal giudizio di primo grado”. Così una nota stampa del Consorzio dei Vini della Valpolicella, guidato da Andrea Sartori, dopo la sentenza del Tribunale di Venezia, anticipata nei giorni scorsi da WineNews, che ha posto fine alla querelle che ha visto contrapposto il Consorzio e le tre aziende del “Le Famiglie Storiche” (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato).

“Il Consorzio della Valpolicella, nel ritenere doveroso procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, considera esemplare e destinato a fare giurisprudenza internazionale quanto accertato dalla sentenza - spiega il Consorzio - in materia di difesa e tutela di patrimoni collettivi quali sono le denominazioni. L’auspicio del Consorzio è che, d’ora in poi, vi sia una presa di coscienza dei singoli tornando a discutere in modo corale e più sereno della crescita di una denominazione tra le più apprezzate al mondo”.

Nel merito, la Sezione specializzata in materia d’impresa, presieduta da Guido Santoro, ha confermato, tra l’altro, gli atti di concorrenza sleale, ha ribadito il divieto all’utilizzo del nome “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, oltre alla conseguente nullità del marchio e del cosiddetto Manifesto dell’Amarone d’Arte. Resta poi confermato l’obbligo di rimozione dalle etichette del marchio ormai nullo e quello di pubblicazione della sentenza su due tra i principali quotidiani italiani con spese a carico dei convenuti. La Corte d’Appello ha, infine, bocciato anche la valutazione sulla validità del marchio della compagine privata espressa dall’Ufficio Euipo (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale).

Come parte appellata, assieme al Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella, erano le aziende: Roccolo Grassi, Zymè, Cantina di Colognola ai Colli, Cantina sociale di Soave, Cantina vinicola Sartori, Corte Figaretto, Corte Rugolin. Tra gli appellanti, oltre alla compagine associativa Le Famiglie Storiche, anche le singole aziende aderenti: Tedeschi, Begali, Brigaldara, Corte Giara (Allegrini), Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Venturini Massimo, Speri, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Zenato.

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