02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
GOVERNO DRAGHI

Decade il divieto di vendita di vino e alcolici dopo le ore 18 nelle enoteche: firmato il nuovo Dpcm

Sarà in vigore dal 6 marzo. Andrea Terraneo (Vinarius): “ massima soddisfazione e legittimo orgoglio per la soppressione di una disposizione iniqua”
DPCM+, ENOTECHE, GOVERNO DRAGHI, vino, Italia
Decade il divieto di vendita di vino e alcolici dopo le 18 nelle enoteche: firmato il nuovo Dpcm

“In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto”: cosi una nota di Palazzo Chigi, illustrando il Dpcm che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, e che scioglie almeno uno dei nodi legati al mondo del vino, quello che di fatto fermava l’attività delle enoteche da asporto dopo le 18, creando più di un malumore tra gli enotecari stessi, ma anche nel mondo della produzione di vino, che con l’horeca ancora fortemente limitata (e che rimane tale, ndr) vedevano penalizzato un importante canale di vendita, soprattutto la fascia di prodotto di maggior valore, che è una delle più colpite. Ovviamente positivo il commento di Vinarius, l’associazione che mette insieme oltre 100 enoteche di tutta Italia, guidata da Andrea Terraneo, che, da settimane, si batte contro il divieto. “Con la massima soddisfazione e legittimo orgoglio accogliamo la soppressione, nel primo Dpcm firmato ieri 2 marzo dal Presidente del Consiglio Draghi, dell’iniqua disposizione che obbligava gli enotecari Italiani a non poter vendere al dettaglio le bottiglie di vino dopo le ore 18”, commenta Terraneo.
Che aggiunge: “la battaglia che Vinarius ha iniziato e portato avanti in ogni sede e a favore dei suoi associati e di tutte le Enoteche Italiane ha visto premiati gli sforzi profusi per cancellare quello che fin dall’inizio ci era parso un equivoco e denunciato fin dal 15 gennaio con l’invio di una nostra lettera aperta al Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri Speranza e Patuanelli che evidenziava il clamoroso errore del codice Ateco utilizzato. Un ringraziamento doveroso va ora all’Onorevole Dara e al Senatore Centinaio i quali hanno prodotto l’interrogazione parlamentare prima alla Camera e poi al Senato e un altrettanto doveroso grazie va al Ministro Giorgetti e al Presidente del Consiglio Draghi per aver accolto le nostre istanze e portato ad una positiva risoluzione del problema. In questo momento di grande gioia per aver visto riconosciute le nostre argomentazioni, un sincero riconoscimento va anche a tutti quanti nella filiera vino ci hanno dimostrato vicinanza e sostegno in particolare Fivi e i tanti Consorzi di tutela che ci hanno appoggiato. Grazie, infine, a tutti i soci Vinarius che non hanno mai fatto venire meno il loro sostegno su questo argomento. La nostra gratitudine va in particolare alle enoiteche che come mescite sono state le più penalizzate in questa lunga fase di pandemia ancora in atto ma che si sono sempre strette intorno all’Associazione per farci sentire il loro sostegno e alle quali non faremo mancare il supporto dell’associazione. Si tratta - chiude Terraneo - di un momento importante per il nostro settore che spero sia di slancio per un dialogo costruttivo e di unione della filiera”.
Ad esprimere soddisfazione anche le rappresentanze della filiera del vino, come Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, che sottolineano come togliere il divieto vada a beneficio del mondo della produzione del vino italiano, “che già ha perso a causa del Covid più di 2 miliardi di euro”, e che “dar modo alle enoteche di riprendere la regolare attività rimette in moto una macchina produttiva che impegna nelle aziende vitivinicole italiane 210.000 addetti, fra i quali 50.000 giovani”.
Intanto, però, ad onor di cronaca, arriva il commento negativo dei Sindaci italiani, per voce dell’Anci,. guidata dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, con una posizione che, di certo, farà discutere, con un paragone quanto meno azzardato: “scuole chiuse, ma movida libera. Il nuovo Dpcm sembra dire esattamente questo. Con una mano si chiudono le scuole e con l’altra si elimina il divieto di asporto per tutti dopo le 18, favorendo così di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida e nei pressi di bar e locali frequentati per lo più dai ragazzi. Se si consente l’asporto di bevande e drink si favoriscono gli assembramenti. Lo abbiamo detto e ripetuto al precedente Governo così come all’attuale. Sinceramente così a non capire il senso delle norme non sono soltanto genitori, ragazzi e cittadini in genere, ma anche noi sindaci che rischiamo di diventare solo il bersaglio delle richieste di fare controlli senza averne neanche la competenza. Ci aspettiamo quantomeno una spiegazione visto che nessun componente dell’esecutivo presente oggi nella cabina di regia ha sollevato l’argomento né ha parlato di questa norma di liberalizzazione dell’asporto che si stava pensando di introdurre”.
Ed a lamentarsi, sentendosi ancora una volta discriminati rispetto ad altre attività, sono anche i pubblici esercizi italiani: “se l’intento del nuovo Dpcm era quello di mettere un freno alla movida selvaggia e ridurre gli assembramenti incontrollati del fine settimana - sottolinea la Fipe/Confcommercio - la strada scelta è la peggiore possibile. Il Ministro della Salute Roberto Speranza continua ad identificare il problema nei pubblici esercizi e nei bar, senza rendersi conto che i problemi si creano dove c’è libero accesso all’alcol da asporto. Per questo noi avevamo chiesto di impedire la vendita dopo le 18 in tutti gli esercizi commerciali, almeno nelle zone della movida. Il Ministro ha invece scelto la strada opposta, privilegiando i minimarket e punendo soltanto i bar. Un’assurdità. Cambiano i Governi, si modificano le maggioranze, ma i pubblici esercizi continuano ad essere penalizzati ben al di là delle loro responsabilità”.

Focus - Palazzo Chigi: ecco il comunicato ufficiale
Il Presidente Mario Draghi ha firmato il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm,) che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da Covid-19.Il Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021 e conferma, fino al 27 marzo, il divieto già in vigore di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, con l’eccezione degli spostamenti dovutia motivi di lavoro, salute o necessità. Di seguito una sintesi delle principali novità e delle misure confermate.

Zone bianche
Nelle zone bianche, si prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i protocolli di settore. Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi). Si istituisce un “tavolo permanente” presso il Ministero della salute, con i rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente ulteriori.

Scuola
Zone rosse - Dal 6 marzo, si prevede nelle zone rosse la sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Zone arancioni e gialle - I Presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica:
1. nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
2. nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
3. nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

Musei, teatri, cinema e impianti sportivi
Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi. Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% diquella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Restano chiusi palestre, piscine e impianti sciistici.

Attività Commerciale
In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto.

Servizi alla Persona
Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.

Spostamenti da e per l’estero
Si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti “Covid tested”. A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori.

Tavolo di Confronto con le Regioni
È istituito un tavolo di confronto presso il Ministero della salute, con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle regioni e delle province autonome, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli