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CONSUMI

Il vino torna a correre con le riaperture di ristoranti e bar: a maggio +90%, secondo Tradelab

Il rapporto tra vino e ristorazione nel webinar di Vinitaly e Fipe: la normalità solo nel 2023, e i grossisti chiedono il saldo alla consegna
FIPE, GIOVANNI MANTOVANI, RISTORAZIONE, TRADELAB, UIV, VINITALY, vino, Italia
Ripartono i consumi di vino al ristorante

Primi segnali di ottimismo per i consumi fuori casa, a partire dalla ristorazione, legata a doppio filo al vino italiano di qualità. Lo rileva Fipe/Confcommercio, nel webinar Vinitaly - e con una tavola rotonda tra produttori (Francesca Argiolas, Cantine Argiolas e Antonio Rallo, Donnafugata) e ristoratori (Lorenzo Lisi, Ristorante Da Pierluigi - Roma e Nadia Pasquali, Ristorante alla Borsa - Valeggio sul Mincio, Verona) - sulle prove di ripartenza post pandemica. Secondo le elaborazioni della Federazione dei Pubblici Esercizi (su base Tradelab), le parziali riaperture anche serali di maggio hanno fatto lievitare i consumi del +90% (a 4,1 miliardi di euro) sul mese precedente, con punte del +221% per il segmento dei ristoranti e del +375% per i locali dell’aperitivo.
Secondo il vice dg Fipe, Luciano Sbraga, la strada è ancora lunga:
“i valori di maggio rimangono inferiori del 30% rispetto al pari periodo del 2019, e tra gli operatori permane la convinzione che i livelli prepandemici saranno raggiunti attorno al 2023. Detto questo - ha aggiunto Sbraga - l’85% dei gestori di bar e dei ristoranti è fiducioso che al termine della pandemia potrà tornare a svolgere la propria professione, e poco più della metà ritiene che il proprio lavoro sia ormai cambiato per sempre”. E se il matching ristorazione/vino rialza la testa dopo le chiusure, il Covid-19 ha comunque lasciato strascichi nello storico rapporto commerciale: oggi un grossista su quattro vuole essere saldato entro la consegna e di questi la fornitura più cospicua che richiede il pagamento immediato è proprio quella di vini e spumanti (59%).
Il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani ha spiegato che
“in questa fase cruciale di ripartenza del mercato e dei consumi, Vinitaly si conferma hub aggregatore di tutti gli stakeholder del settore. E in questa direzione vanno sia la collaborazione con Fipe, che sarà parte attiva della Special edition in programma dal 17 al 19 ottobre, che “Vinitaly Plus”, la piattaforma digitale della community professionale del vino italiano, con 15.000 vini a portata di click in 10 lingue e cantine di 35 nazioni, uno strumento diretto e di matching del business per operatori, buyer e stampa nazionali e internazionali”. Per Alessandro Cavo, consigliere Fipe/Confcommercio, “la ristorazione riparte e con essa una lunga filiera fatta di produttori, vignaioli, imbottigliatori, distributori per i quali proprio la ristorazione rappresenta il principale mercato di sbocco. La pandemia lascia molti problemi aperti anche nei rapporti con i fornitori, che andranno risolti al più presto. Questo rapporto di collaborazione tra Fipe/Confcommercio e Vinitaly vuole contribuire a rendere più virtuose le relazioni di filiera tra mondo del vino e ristorazione, perché c’è bisogno di più conoscenza, più qualità, più innovazione. Insomma - conclude Cavo - se le eccellenze del made in Italy fanno squadra non solo danno valore al business ma all’immagine dell’Italia nel mondo”.
Secondo il Responsabile dell’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv), Carlo Flamini, “la stagione estiva si annuncia positiva per le vendite sul mercato italiano, ma il riaggancio sui valori pre-pandemici per il segmento horeca non è previsto per quest’anno.
Nonostante l’incremento dell’on-trade sia stimato in risalita sul 2020 (+19%), il gap a fine anno rispetto al 2019 sarà ancora del -26%. Per Uiv (Unione Italiana Vini), il settore della ristorazione è ancora gravato da mezzo miliardo di debiti nei confronti delle aziende vinicole fornitrici”.

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