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FUTURO

La spumantistica italiana verso 1 miliardo di bottiglie prodotte nei prossimi tre anni

Il messaggio arriva dal Convegno del “Corriere Vinicolo” a “Spumantitalia”: la produzione nazionale oggi è di 750 milioni di bottiglie
BOLLICINE, CORRIERE VINICOLO, PROSECCO, sparkling, SPUMANTI, SPUMANTITALIA, UIV, UNIONE ITALIANA VINI, Italia
Gli obiettivi dello spumante italiano

La spumantistica italiana è avviata a raggiungere 1 miliardo di bottiglie entro i prossimi tre anni, ossia il 33% in più rispetto all’attuale produzione nazionale, di 750 milioni di bottiglie: è il messaggio, lanciato oggi al convegno, organizzato da “Il Corriere Vinicolo”, il settimanale di Unione Italiana Vini (Uiv) a “Spumantitalia”, il Festival degli Spumanti di scena a Garda. L’ulteriore crescita è ritenuta obiettivo raggiungibile a patto che, come spiega il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti al mondi di viticultura, “sia salvaguardata l’identità dei territori, nel rispetto dei disciplinari e delle diverse varietà, perché non tutti i vitigni hanno la vocazione alle bollicine”.
Secondo il focus dell’Osservatorio del Vino Uiv, gli spumanti rappresentano quasi 1/4 del valore delle esportazioni enoiche made in Italy, per un controvalore di circa 1,5 miliardi di euro nel 2020, per il 69% grazie al “sistema Prosecco”. La crescita media annua negli ultimi 5 anni supera a valore l’8%, nonostante una variazione negativa nel 2020 (-7%). A livello mondiale 1/3 delle bollicine vendute sono di Prosecco, seguite dal Cava (14% dei volumi), dallo Champagne (11%) e dall’Asti. Delle attuali 751 milioni di bottiglie prodotte in tutta Italia nel 2020, l’83% sono Doc o Docg, mentre il 6% sono Igt.
E se secondo il produttore Gianluca Bisol,
oggi il Prosecco è diventato sui mercati internazionali sinonimo di spumante italiano”, per il vicedirettore del Consorzio Prosecco, Andrea Battistella,l’esigenza di caratterizzare le bollicine italiane è sentita anche in un areale ampio come il nostro, per questo entro il prossimo anno il progetto di zonazione della nostra Doc darà i primi risultati”.
Intanto, la locomotiva export delle bollicine tricolori, dopo un rallentamento da lockdown, sta tornando a viaggiare più forte di prima, e lo conferma anche il vice presidente del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, Stefano Ricagno:l’Asti è stato l’apripista della spumantistica italiana e oggi sta vivendo un periodo fortunato, anche grazie all’apertura nell’ultimo disciplinare verso nuove tipologie di spumante”.

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