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SCENARI DI MERCATO

Il consumatore di vino italiano è sempre più donna, ma anche sempre più “anziano”

Gli impatti della pandemia sulla demografia dei bevitori di vino nell’“Italy Wine Landscapes” by Wine Intelligence
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Una donna che beve vino bianco nella foto di Ales Maze via Unsplash

Il vino, in Italia, è patrimonio nazionale, narratore di storie e di territori, creatore di bellezza e di ricchezza. Eppure, in un mercato che, spesso “oscurato” dai trionfi dell’export, è ancora (e lo sarà probabilmente per sempre) resta il più importante per le cantine del Belpaese, visto che vale quasi la metà del giro d’affari, il vino non lo bevono tutti. Su una popolazione adulta stimabile in 49,7 milioni di persone, si concede un calice una volta al mese una fetta corposa, pari a 34,8 milioni di persone, mentre beve vino, con frequenza settimanale, poco più della metà delle persone, 27,3 milioni. Dato da leggere in chiaro scuro, quello che emerge dallo studio “Italy Wine Landscapes” by Wine Intelligence, perchè, da un lato, vuol dire che molti italiani ancora non sono stati conquistati dal fascino di Bacco, ma anche che gli spazi di crescita sono ancora tanti.
L’impatto della pandemia, però, si è fatto sentire, pare, nella composizione demografica dei consumatori, secondo l’agenzia inglese: nel 2021, infatti, le donne, con un peso specifico del 55% dei consumi (in crescita sul 49% del 2020), hanno superato gli uomini, retrocessi al 45% (sul 51% del 2020), ed emerge invecchiata anche l’età media dei consumatori, visto che la fascia degli over 65, che pesata per il 27% dei consumi nel 2020, è cresciuta dal 39% del 2021, così come quella tra i 55 ed i 64 anni, passata dal 15% al 16%; stabile, invece, la fascia d’età tra i 45 ed u 54% anni, al 19%, mentre arretrano tutte le fasce più giovani.
Altro aspetto interessante che emerge, e che dà il senso dell’impatto economico del Covid su un consumo ormai voluttuario come quello del vino, è il cambiamento delle fasce i reddito. A crescere nettamente è solo quella della famiglie con un reddito annuale sopra i 75.000 euro, che balza dal 6% al 24% della quota dei consumi, mentre quasi spariscono dal radar le famiglie con un reddito inferiore ai 15.000 euro (dal 9% del 2020 al 2% del 2021), e perdono quota tutte la altre, ad eccezione di quella tra 50.000 e 75.000 euro, che cresce dal 10% all’11%.
La sintesi, dunque, è che la coorte più numerosa dei consumatori regolari di vino in Italia è composta da consumatori con più di 65 anni e un reddito annuale (familiare) compreso tra 28.000 e 50.000 euro. Tra le indicazioni, emerge ancora che il vino bianco è in testa alle preferenze, ed è stato bevuto almeno una volta nell’ultimo anno dall’89% dei consumatori di vino, di poco davanti al vino rosso (86%) e alla birra (85%), seguiti dal Prosecco (64%).

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