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VINO E TERRITORIO

Elegante, classica, simile alla Borgogna: l’annata 2018 di Barolo secondo i produttori di Deditus

“Parlano” Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti
2018, AZELIA, BAROLO, CORDERO DI MONTEZEMOLO, DEDITUS, LUCIANO SANDRONE, LUIGI EINAUDI, MICHELE CHIARLO, PIO CESARE, PODERI GIANNI GAGLIARDO, PRUNOTTO, VIETTI, vino, Italia
I vigneti di Barolo a La Morra (Ph: Associazione Deditus)

Per certi grandi vini, l’annata è un valore importante. Così è per i Barolo, che, in questo 2022, sta uscendo sul mercato con la vendemmia 2018. Annata che, dai primi assaggi, sembra raccontare grande eleganza e classicità, con vini che stilisticamente ricordano molto la Borgogna. E se il Barolo 2018 (che sarà protagonista della newsletter mensile di degustazione, “I Quaderni di WineNews”, a marzo 2022), dalle Langhe arrivano le prime impressioni dei produttori di Deditus, associazione guidata da Gianni Gagliardo, che riunisce nove grandi famiglie alla guida di cantine che sono firme importanti di Barolo, come Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti.
E così, il Barolo 2018, vede vini che fin dai primi assaggi si sono distinti per la loro eleganza ed espressività olfattiva, “vini importanti ma già equilibrati che lasciano ben sperare sulla loro attitudine ad un invecchiamento prolungato” commenta, in merito ai suoi vini, il produttore Luca Sandrone della cantina Sandrone Luciano. Dopo il 2017, annata caratterizzata da temperature elevate e scarse precipitazioni, l’annata 2018 si è aperta con un inverno piovoso, che ha “ristabilito le riserve consumate dall’asciutto 2017”, come spiega Gianni Gagliardo, della Poderi Gianni Gagliardo. “L’annata 2018 si è aperta con un inverno lungo e ricco di precipitazioni che hanno ristabilito la dotazione idrica del suolo”, commenta Gianluca Torrengo, enologo della cantina Prunotto. “La stagione invernale si è protratta fino all’inizio di marzo con temperature inferiori alla media degli ultimi anni, causando una lenta e disforme ripresa vegetativa della vite, amplificata dall’esposizione dei diversi vigneti. Sia la primavera che la prima parte dell’estate sono proseguite con precipitazioni frequenti e temperature non elevate”. Nell’estate, tuttavia, il clima si è ristabilito, permettendo una piena maturazione delle uve: “dalla seconda metà di luglio, temporali isolati ma regolari hanno garantito una buona riserva d’acqua, permettendo alle piante di seguire un ciclo vegetativo costante”, conferma Federica Boffa Pio dalla Pio Cesare. “Agosto-settembre-ottobre sono stati secchi e caldi, con giornate soleggiate e temperature notturne più basse, che hanno permesso al Nebbiolo di portare a termine la maturazione in maniera del tutto regolare, senza picchi, arrivando alla vendemmia in perfette condizioni qualitative”. “Abbiamo vissuto sensazioni opposte nel giro di pochi mesi. A giugno il timore di una vendemmia compromessa da troppa acqua e attacchi peronosporici, a settembre lo stupore di un equilibrio rinato grazie ad un’estate perfetta e tanto lavoro di rifinitura nei vigneti”, ha aggiunto Alberto Cordero della cantina Cordero di Montezemolo.
Anche secondo Matteo Sardagna Einaudi della Poderi Luigi Einaudi, “abbiamo trovato in vigna uve in ottima salute, grazie a un settembre ed un ottobre stabili e soleggiati. L’attesa ha premiato”. Questo ha permesso anche di attendere tranquillamente la vendemmia, che “alla Pio Cesare è iniziata il 7 ottobre nella zona del Barbaresco, a Treiso, per poi spostarci velocemente nella zona del Barolo, partendo da Serralunga e poi Monforte, continuando a Grinzane e La Morra, terminando il 15 ottobre a Novello”. Anche per l’azienda Prunotto la vendemmia è “terminata il 16 ottobre con gli ultimi Baroli della Bussia”, mentre presso Poderi Luigi Einaudi “tra la seconda e la terza settimana di ottobre”.
Le rese, più basse rispetto alla media, hanno garantito “un’ottima struttura, con un’elevata concentrazione di frutto grazie alle temperature estive e dalla buona disponibilità d’acqua”, prosegue Cesare Benvenuto Pio (Pio Cesare).
Il risultato, sono “vini di grande equilibrio e freschezza, di stampo tradizionale, dotati di una purezza di frutto estremamente attraente”, commenta Luigi Scavino (Azelia). “Sono vini con una bella trama, compatti, espressivi, saporiti. Strutturalmente sono dei “pesi medi” e sono già molto appetibili’’ conferma Stefano Gagliardo di Poderi Gianni Gagliardo. Un Barolo, dunque, espressivo e immediato che “porterà gratificazioni fin da subito”, conferma Lorenzo Scavino (Azelia).
Simili commenti per i Barolo della Luciano Sandrone: “un’annata classica, con un colore molto vivo, un naso di buona freschezza, ma è in bocca che si percepisce la combinazione di una struttura importante supportata dai tannini già discretamente maturi che rendono il vino morbido ed elegante”.
Eleganza, pronta beva unita a un potenziale di longevità, dunque, le parole d’ordine: “è un’annata di grande eleganza”, ribadisce Michele Chiarlo, proprietario della cantina Chiarlo, “che unita alla freschezza ed armonia di tannini setosi donano al Barolo un’attrattività unica”. Concludono Elena e Luca Currado Vietti della cantina Vietti: “chi ama il Barolo classico, elegante e dotato di grande complessità olfattiva, ne rimarrà estasiato. Probabilmente non c’è mai stata un’annata dove il Barolo è stato così idealmente vicino alla Borgogna come stile, complessità e precisione interpretativa del terroir”.

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