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TRA GRIGNOLINO E BAGNA CAUDA

Papa Francesco in Monferrato, un grande della Terra, che non dimentica il sapore della sua terra

La visita del Pontefice alla famiglia a Portacomaro ci insegna l’importanza delle proprie radici. Il racconto WineNews (con “inviato speciale”)

Un grande della Terra. Ciò che contraddistingue una personalità come Papa Francesco, e tutti coloro che hanno segnato e segnano la storia del mondo, lo dice l’espressione stessa: il legame con la terra. Quella terra in cui affondano le radici della sua famiglia di origini piemontesi e che gli avi di Bergoglio si sono portati in tasca un secolo fa quando, nei primi del Novecento, hanno lasciato le colline astigiane per cercare fortuna in Argentina. E quella stessa terra nella quale è tornato il Pontefice, primo Papa giunto dalle Americhe, figlio di emigranti, e il primo a farsi ispirare da San Francesco d’Assisi nella scelta del nome, così come nel suo messaggio di semplicità, umiltà e amore per “nostra madre Terra”. È il racconto di WineNews di una giornata speciale tra i vigneti del Monferrato, dove oggi è arrivato il Santo Padre in visita a Portacomaro per un “pranzo in famiglia” per i 90 anni della cugina Carla Rabezzana, salutando, con genuinità e informalità, parenti e abitanti, prima di incontrare, domani, la folla con migliaia di fedeli ad Asti e ricevere la cittadinanza onoraria di una delle “capitali del vino italiano” più famose al mondo. Un viaggio, quello del Papa, che ci insegna e ci ricorda l’importanza che ha, per ognuno di noi, il territorio di origine. La stessa che rende un vino speciale, e un “dono di Dio” come dice Francesco.
Tra le colline dell’Astigiano, senza un piatto di agnolotti, la bagna cauda e un buon Grignolino, condivisi a tavola con parenti ed amici, non è festa, anche a casa Bergoglio, a Portacomaro come a Buenos Aires. Memore delle sue origini, Papa Francesco non disdegna la buona tavola italiana, e una volta raccontò scherzosamente di essersi recato, da Arcivescovo della capitale argentina, in un convento di suore italiane per godersi una porzione di pane inzuppato nella bagna cauda, e una volta eletto Pontefice, ha invitato i suoi parenti in Vaticano per mangiare insieme il piatto piemontese a base di acciughe e aglio.
“Ho molto apprezzato il vostro gesto ed i sentimenti che lo hanno accompagnato. Continuate nel vostro impegno per la cura del Creato e per la promozione di iniziative di solidarietà”, ma anche in una sempre più intensa e disponibile attività a difesa della natura e della valorizzazione dei prodotti della terra, ha scritto Bergoglio nella famosa lettera per ringraziare del “gradito dono del vino Laudato”, inviato in Vaticano dalla Comunità Laudato Si’ della Fondazione Gente & Paesi di Portacomaro. Un Grignolino d’Asti Doc, simbolo del Monferrato e dei suoi vini, che evoca l’Enciclica Laudato Si’ del Pontefice per la custodia del Creato, destinato non al commercio ma a raccogliere fondi per progetti solidali, anche attraverso la rete delle Comunità Laudato Si’, lanciata dalla Chiesa di Rieti e da Slow Food, con il suo fondatore Carlo Petrini.
Tra i destinatari della parole del Pontefice, c’è Carlo Cerrato, presidente della Fondazione che si prende cura della “Vigna del Papa” di Portacomaro, nata il 13 marzo 2013, nel giorno dell’elezione al soglio pontificio del Cardinale Jorge Mario Bergoglio, di proprietà del Comune e di tutta la comunità, dedicata al Santo Padre e da cui proviene quello che, fin dalla prima vendemmia nel 2016, è stato ribattezzato come il “vino di Papa Francesco”. E che è stato anche l’inviato speciale di WineNews.
E il sindaco di Portacomaro, Alessandro Balliano, come vuole la tradizione, ha donato al Papa un cesto di prodotti del Monferrato, tra cui l’immancabile Grignolino Laudato Si’ 2021, l’ultima annata.

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