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CLIMATE CHANGE

Le emergenze idriche nei vigneti e le soluzioni creditizie per aiutare le aziende a gestirle

Il convegno di Confagricoltura e Crédit Agricole Italia a “Vinitaly” ha affrontato gli impatti del cambiamento climatico nel settore vitivinicolo
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La siccità sta diventando un problema strutturale per le aziende (ph. Pexels)

Il futuro dei vigneti dipende da un uso dell’acqua innovativo e sostenibile: una sfida che coinvolge anche il sistema finanziario, impegnato nella ricerca di soluzioni per far fronte ai mutamenti climatici. Se ne è parlato al convegno di “Vinitaly 2023”, “La gestione idrica del vigneto: sfide e opportunità” promosso da Confagricoltura e Crédit Agricole Italia. Al dibattito - di grande rilevanza e attualità, considerate le calamità naturali, anche di grande portata, che stanno affliggendo il settore vitivinicolo negli ultimi anni - sono intervenuti Rosario Di Lorenzo, ordinario di Viticoltura del Dipartimento Saaf-Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo e presidente dell’Accademia Italiana Vite Vino, Eugenio Sartori, direttore Generale dei Vivai Cooperativi Rauscedo, e Vittorio Ratto, vicedirettore Generale di Crédit Agricole Italia.
“Alla luce della corrente emergenza climatica - ha spiegato il professor Rosario Di Lorenzo- un approccio corretto alla gestione dell’acqua nel vigneto è oggi più che mai fondamentale. Diversamente da alcuni anni fa, l’irrigazione del vigneto è diventata una pratica colturale diffusa ma va realizzata in maniera sostenibile e con competenza. In particolare non può più essere considerata una procedura di emergenza - come previsto da numerosi disciplinari di produzione che ancora oggi ammettono le cosiddette “irrigazioni di soccorso” - ma occorre adottare strategie irrigue “a deficit” che, oltre ad ottimizzare la water-use efficiency, consentono di ottenere risultati produttivi migliori. Durante il ciclo annuale della pianta, infatti, ci sono momenti - in particolare in fase di maturazione, dall’invaiatura alla raccolta - in cui situazioni di stress idrico possono essere sopportate a vantaggio della qualità finale dell’uva. Naturalmente il deficit idrico deve essere controllato tramite dati oggettivi che non sempre è facile monitorare per via dell’unicità di ogni singola pianta e di ogni singolo terroir, ma la ricerca è impegnata attivamente su questo fronte e senza dubbio è molto importante accrescere la consapevolezza degli operatori sul tema”.
Aggiunge Eugenio Sartori: “L’utilizzo dei portainnesti ha subito una trasformazione importante negli ultimi anni, in relazione all’evoluzione della piattaforma ampelografica nazionale e al cambiamento climatico. In questo contesto i quattro portainnesti “M” ideati in esclusiva mondiale dai Vivai Cooperativi Rauscedo, grazie ad una lunga attività di ricerca portata avanti dall’Università di Milano con il supporto di Winegraft - la start-up fondata nel 2014 da alcune delle cantine leader del vino italiano per sostenere lo sviluppo della ricerca sulla nuova generazione di portainnesti - si sono rivelati molto efficienti nell’utilizzo della risorsa idrica. In particolare nell’estate 2022, caratterizzata da un decorso molto caldo e siccitoso praticamente in tutte le aree viticole italiane, il portainnesto M4 ha dimostrato una tenuta superiore ai 140Ruggeri, 1103Paulsen e 110Ricther, notoriamente molto resistenti alla siccità. Anche il portainnesto M2 ha dato risultati decisamente positivi dal punto di vista agronomico ed enologico”.
Intanto Crédit Agricole - banca fortemente orientata all’agricoltura (il settore vitivinicolo assorbe ben il 25% dei suoi finanziamenti nell’agroalimentare) - conferma l’azione di sensibilizzazione verso il tema del climate change e l’impegno a supportare le aziende vitivinicole nella gestione dell’emergenza ambientale, in particolare di quella idrica. Sono allo studio soluzioni creditizie che possono aiutare le aziende, incoraggiandole a intraprendere un percorso verso la transizione energetica e sostenibile. “La viticoltura è per noi un settore molto rilevante - ha dichiarato Vittorio Ratto, vicedirettore generale di Crédit Agricole Italia - si tratta di una filiera con oltre 6.000 clienti che assorbe da sola quasi un miliardo dei nostri impieghi. Sul pegno rotativo, lo strumento che permette di anticipare alle aziende finanziamenti pari al valore dei vini stagionati in cantina, siamo in assoluto la banca leader del mercato italiano. Inoltre, abbiamo appena lanciato la prima gamma di finanziamenti appositamente studiati per l’agricoltura, finalizzati a favorire la transizione energetica delle aziende che rispettino parametri di sostenibilità. Con questi strumenti, e con alle spalle la forza del brand Crédit Agricole, nei prossimi anni intendiamo rafforzare il nostro ruolo di riferimento per il settore vinicolo e accompagnarne la trasformazione tecnologica e green. L’innovazione, infatti, è la strada maestra per assorbire gli impatti dei cambiamenti climatici e ottimizzare la gestione delle risorse idriche”.

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