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ENO-ARCHEOLOGIA

Un’“enoteca” romana con fontane di vino spunta sull’Appia Antica. Ma era riservata all’Imperatore

La scoperta nelle rovine di Villa dei Quintili, appartenuta a Commodo, e con una vera e propria “cantina imperiale” per rituali bacchici

Una cantina vinicola romana spunta dalle rovine di Villa dei Quintili, il più grande complesso residenziale del suburbio di Roma, sull’Appia Antica, che comprendeva una zona di pigiatura dell’uva, due presse, un tino per far decantare il mosto ed un sistema di canali per convogliare il vino nella cella dove erano custodite le giare, che fanno pensare anche alla possibilità di degustarlo nella ricchezza delle decorazioni scultoree e nella raffinatezza dei rivestimenti parietali e pavimentali in lastre di marmo colorato, tuttora splendidamente conservati.
La particolare struttura finiva col creare un teatrale effetto fontana, al cui interno sgorgava il mosto appena spremuto. La scoperta dell’“enoteca” romana ante litteram è avvenuta, grazie agli scavi condotti tra il 2017 ed il 2018 nel Parco dell’Appia Antica, i cui risultati sono appena stati pubblicati sulla rivista accademica “Antiquity”.
La Villa dei Consoli Quintili, una proprietà che si ergeva su 24 ettari lungo la via Appia Antica, dopo il loro omicidio per aver ordito una congiura, avvenuto nel II secolo d.C. passò in mano all’Imperatore Commodo e ai suoi successori.
Non è ancora chiaro se la costruzione della cantina sia avvenuta in quel periodo o in una fase successiva. Ciò che è certo, è che La Villa dei Quintilii “era un’incredibile mini città - spiega l’archeologo Emlyn Dodd, assistente alla direzione della “British School at Rome” ed esperto di antica produzione di vino, nell’articolo firmato con Riccardo Frontoni e Giuliana Galli, che, sotto la guida del Parco Archeologico dell’Appia Antica, avevano avviato gli scavi - completata da una cantina per l’Imperatore stesso per assecondare le sue tendenze bacchiche”.

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