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SCENARI FUTURI

“Il sistema alimentare ha dei risvolti criminogeni: primo responsabile dei cambiamenti climatici”

Carlin Petrini (Slow Food), al Meeting di Rimini, affronta il tema della transizione ecologica: “dobbiamo cambiare i nostri comportamenti”  

“L’attuale sistema alimentare globale non solo non funziona, ma ha dei risvolti criminogeni: è il primo responsabile dei cambiamenti climatici. Se consideriamo tutto il ciclo, dagli allevamenti all’agricoltura estensiva, dalla trasformazione alla distribuzione e consumo, incide per il 35% sulla produzione di anidride carbonica mondiale”: lo ha affermato Carlin Petrini, fondatore Slow Food e Terra Madre, nell’incontro “Emergenza climatica e transizione ecologica” al Meeting di Rimini 2023 (20-25 agosto). Con Carlin Petrini si è confrontato Gaël Giraud - economista, gesuita e docente alla Georgetown University di Washington - che ha scritto, insieme a lui, il libro “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità”, che vede anche la prefazione di Papa Francesco. 
Secondo Carlo Petrini, lo spreco alimentare ha dimensioni incredibili. “Il 33% del cibo del mondo viene sprecato - ha ricordato Petrini - ogni anno buttiamo via 1,5 miliardi di tonnellate di cibo edibile. Per produrlo sono stati utilizzati almeno 200 milioni di ettari di terra fertile e miliardi e miliardi di litri di acqua. Allo stesso tempo, siamo in presenza di una persistenza di carenza di cibo: secondo gli ultimi dati Fao siamo passati da 850 milioni di persone che soffrono la fame a oltre 900 milioni, e si contano almeno 25 milioni di morti di fame, in maggior parte bambini. Questa situazione è vergognosa, non si può più far finta di niente. Dovrebbe essere uno dei primi elementi in cui la politica planetaria deve per forza intervenire. Assistere in questo modo passivo è da irresponsabili. Lo spreco riguarda i nostri comportamenti, che vanno cambiati: per esempio, il consumo di carne è esagerato, e questo incide sulla produzione di CO2. Basti pensare che quando ero giovane, tra la fine degli Anni Cinquanta e l’inizio degli Anni Sessanta del Novecento, il consumo di carne degli italiani era di 40 kg pro-capite all’anno, oggi siamo a 95 kg all’anno. Ma la situazione nutrizionale di allora è stata definita eccellente dall’Istituto Nazionale della Nutrizione. Ma non bisogna pensare che il cambio dei nostri comportamenti equivalga ad un periodo di mortificazione, bensì è l’avvio di un periodo di liberazione”.
“Si apre una nuova fase storica - continua Petrini - forse durerà molti decenni, forse secoli. Del resto siamo appena usciti da una fase storica durata tre secoli, chiamata Rivoluzione Industriale, basata sulla convinzione che le risorse naturali erano infinite. Ora abbiamo capito che non è così. Siamo di fronte ad una situazione drammatica, eppure c’è un’assenza forte della politica su queste tematiche. Questa nuova fase chiede a tutti noi di essere soggetti attivi del cambiamento. Siamo davanti ad un compito enorme, e per certi aspetti ci stiamo muovendo in ritardo. É necessario un cambiamento profondo, epocale: questa società basata sull’iper-liberismo sta creando disuguaglianza e dolore alle persone, all’ambiente, all’umanità. Bisogna cambiarla”.
L’economista Gaël Giraud ha affrontato il tema del ruolo delle banche che ancora investono in maniera massiccia nelle energie fossili, che, come è ormai noto, rappresentano l’altra fondamentale causa del climate change.

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