Sono quasi 200.000 le donne italiane che hanno puntato sul settore agricolo, imprenditrici che hanno scelto campi e trattore abbattendo barriere e pregiudizi e portando in campo un nuovo protagonismo tutto al femminile: emerge da un’analisi Donne Coldiretti (su dati del Registro delle Imprese), per la Festa dell’8 marzo. Il risultato è che oltre un’azienda agricola italiana su quattro (28%) è oggi guidata da donne, con una presenza che spazia dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il motore delle nuove contadine sono anche le attività sociali, come le fattorie didattiche e gli agriasilo, oltre all’impegno per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, vittime di violenze e soprusi. La regione che vanta il maggiore numero di “donne contadine” è la Sicilia, seguita da Puglia, Campania, Piemonte e Toscana, secondo Coldiretti
Da segnalare anche la “quota giovane”, con circa 13.000 aziende guidate da ragazze under 35, che hanno puntato soprattutto sull’uso quotidiano della tecnologia. Il rinnovato fascino della campagna per le donne trova riscontro nella comune convinzione che quello dell’agricoltura è diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale. Le donne contadine sono presenti in tutto il territorio italiano e la regione con il maggior numero di imprese femminili in assoluto è la Sicilia, con più di 24.000 imprese di donne, ma sul podio salgono anche Puglia e Campania, che vantano rispettivamente più di 23.000 e quasi 20.000 aziende rosa. Seguono Piemonte e Toscana.
Secondo l’indagine, condotta da Donne Coldiretti, le imprenditrici agricole sono giovani e con un’alta professionalità, tanto che una su quattro (25%) è laureata, peraltro sempre più spesso non in indirizzo agrario. Molte donne scelgono l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita. Non a caso quasi la metà delle domande di primo insediamento in agricoltura delle misure dedicate agli under 40 provengono da ragazze, secondo Coldiretti. Oltre il 50% delle donne in campagna svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta in azienda o nei mercati di Campagna Amica, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli. Ben il 60% delle donne nelle loro aziende ha poi scelto di dedicare parte della produzione al biologico o al biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. In particolare, poi, le donne creano legami forti con il territorio e sono un vero e proprio presidio per la sopravvivenza e la valorizzazione delle aree rurali.
“In un settore a lungo considerato prerogativa dell’uomo - afferma Mariafrancesca Serra, a capo delle Donne Coldiretti - la presenza femminile fa parte della nuova sfida sociale, per le tante donne che amano abbattere barriere e pregiudizi e guardano al futuro armate di un grande ed importante bagaglio culturale ed esperienziale. Donne che vedono nell’agricoltura il nuovo volano per la propria realizzazione professionale. É per accompagnare questo percorso che stiamo lavorando per superare le tante difficoltà che incontrano le imprenditrici in campagna, soprattutto quelle più giovani, a partire, ad esempio, dalla scarsa tutela, soprattutto nell’ambito della maternità, dove il sostegno è davvero irrisorio e non riesce a coprire i costi di un’altra persona, visto che il lavoro agricolo non si può certo fermare”.
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