"Solo riconoscendo le produzioni di maggior prestigio della zona, come lo spumante metodo classico, si può elevare l’immagine dell’Oltrepò ed evitare confusione nei consumatori. Per questo ho proposto alla Provincia di Pavia una nuova docg per il rilancio dell’Oltrepo’ Pavese". L'idea è di Gianni Zonin che così intende elevare al massimo grado "di qualità, controllo e garanzia" alcuni vini che attualmente rientrano nella doc Oltrepò Pavese, una area molto ampia che comprende una miriade di tipologie e sottotipologie. "La “garantita” dovrebbe essere riservata - continua Zonin - in particolare allo spumante metodo classico, da chiamare Oltrepò Classico ed ai rossi Bonarda, Barbera, Pinot Nero". Ed i bianchi ? Secondo Gianni Zonin, la Docg "sarebbe da riservare solo all’Oltrepò Chardonnay. E, comunque, in tutti i casi, il disciplinare dovrebbe sancire produzioni non superiori a 100 quintali per ettaro, per garantire una qualità elevata". La proposta di Zonin, che nell’Oltrepò Pavese è proprietario della Tenuta Il Bosco (140 ettari, una delle sue 11 aziende distribuite nelle principali regioni vitivinicole italiane), potrebbe così finalmente fare un po’ di chiarezza nella produzione vitivinicola dell’Oltrepò, che in questi anni si è purtroppo contraddistinta da troppe tipologie che hanno creato confusione tra i consumatori.
Ma la proposta di Zonin non si ferma qui: "i vini che rimangono fuori dalla docg (come, ad esempio, il Moscato, il Cortese o il Riesling) potranno essere inseriti in una nuova doc, da chiamare eventualmente Colli Pavesi, con disciplinari più permissivi (120-130 quintali per ettaro, ndr). E tutto quello che rimarrà fuori da Docg e Doc può ricadere nella già esistente Igt Lombardia. Questa potrebbe essere inoltre l’occasione per riscoprire e valorizzare vitigni autoctoni ormai poco utilizzati quali il Vespolino ed il Moradello".
La proposta Zonin cade in un momento idoneo per questo territorio della Lombardia: "il professor Attilio Scienza della Facoltà di Agraria di Milano ha presentato - prosegue Zonin - recentemente i risultati della zonazione di quest’area. I viticoltori dell’Oltrepò ed i responsabili del Consorzio di Tutela sono quindi oggi in possesso degli elementi tecnici fondamentali per decidere quali sono i vitigni ideali per le diverse zone di produzione. L’obiettivo - ha concluso Zonin - è quello di caratterizzare in modo chiaro, anche per il consumatore, la produzione di maggiore prestigio dell’Oltrepò, lasciando perdere tutte quelle sottozone (ad eccezione del Buttafuoco e del Sangue di Giuda) che creano solo confusione. Si tratterebbe di una scelta che darebbe nuovo rilancio a questa zona, che negli ultimi anni sta pagando anche per un’immagine non sempre eccellente. Sono certo che questa idea è molto semplice ma che potrebbe avere ricadute importanti e positive per tutto l’Oltrepò vitivinicolo".
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