BUONITALIA SÌ, BUONITALIA NO, I FONDI EUROPEI PER L’AGRICOLTURA, LA NUOVA PAC ... A WINENEWS IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GIANCARLO GALAN. “I PRODUTTORI STIANO TRANQUILLI, I FONDI PER LA PROMOZIONE CI SARANNO SEMPRE, MA VANNO SPESI BENE”

“I produttori italiani non si preoccupino, le risorse per la promozione ci saranno sempre, e forse anche più che in passato. Ma è davvero Buonitalia, così com’è, lo strumento più efficace per utilizzarle?”. Ecco le parole sibilline del Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan (l’audio su www.winenews.tv), che già aveva espresso la volontà di smantellare la spa del Ministero preposta alla promozione. Il problema, per Galan, non è solo economico: “soltanto a giudicare dai primi anni, si può vedere come la società fosse stata poco utilizzata e la spesa sia immensamente salita negli ultimi 2. E, inoltre, sono state utili le operazioni di Buonitalia negli ultimi tempi, o c’e’ qualcosa da rivedere? Dopo soltanto 40 giorni dalla sua nomina, il nuovo presidente (Rodrigo Cipriani, ndr) ha scritto una relazione molto chiara che è sulla mia scrivania in attesa di prendere decisioni”. Ma nei pensieri di Galan non c’è solo il futuro di Buonitalia. Tra le questioni in ballo, c’è ancora l’effettivo impiego dei fondi comunitari 2010 per l’agricoltura: “se non si riuscisse a spenderli tutti, come si potrebbe poi chiederne degli altri all’Ue?”. Un problema che sembra ormai scongiurato, ma “perché dobbiamo sempre fare le cose in fretta e dare questa immagine di inefficienza? Come sui Psr: possibile che non si riesca a coordinarli in modo organico?”. I finanziamenti per l’agricoltura, comunque, anche se non sono molti, ci sono “ma vanno spesi bene”. Ma sarà sempre così? Alle viste c’è la riforma della Pac, “che deve come minimo mantenere questi livelli di aiuto. Se diminuissero sarebbe un disastro. Ma qui ci devono dare risposte i Ministri dell’Economia, come Tremonti. Cosa c’è da spartire? Finora nessuno ne ha parlato. Mi sono permesso di “importunare” il Capo del Governo, Berlusconi, perché si ricordi dell’agricoltura”.