“Le più grandi e strutturate Denominazioni di origine dei vini italiani appartengono al Veneto. È un dato di fatto imprescindibile, che ci da’ forza per uscire vincenti dalle negoziazioni perché ci assegna un ruolo leader a livello mondiale nel settore vitivinicolo”. Lo ha ribadito l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, oggi a Vinitaly.
Il distretto veneto del vino conta 34.000 aziende, che lavorano quotidianamente il territori prendendosi cura dei prodotti che ne derivano. “Tra questi, in primo piano oggi c’è il Prosecco Doc, che rappresenta un’eccellenza diffusa, un prodotto legato al territorio sempre più famoso in tutti i continenti, che dà reddito a 6.200 aziende viticole con le loro famiglie. Il totale di bottiglie certificate prodotto, nel 2010, ha un valore di oltre 142 milioni di euro”.
“Siamo la dimostrazione che il vino legato al territorio crea valore - ha continuato Zaia - mettendoci in questo caso in condizione di affrontare la distribuzione mondiale in modo dignitoso puntando a rendimenti di qualità. Per mantenere il valore del Prosecco Doc dobbiamo però controllare il potenziale di questo vino, evitando che il suo successo venga inseguito da persone che cercano un miraggio di facile ricchezza”.
“No al prosecco selvaggio”, gli ha fatto eco Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio, che si è dichiarato perfettamente in linea con la Regione nello stop al proliferare commerciale di vigneti. “Siamo nel pieno del successo delle bollicine dell’uva Glera del Nord Est - ha concluso - e non vogliamo che improvvisati viticoltori speculino compromettendo il lavoro e la coerenza dei produttori storici, figure professionali formate che conoscono e amano il loro territorio e i loro vini”.
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