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H.R. 1161, UNA MINACCIA PER ENOTECHE E PICCOLI PRODUTTORI USA. LA PROPOSTA DI LEGGE MIRA A FAR PREVALERE, IN MATERIA DI VINI & ALCOLICI, LE LEGGI STATALI SU QUELLE FEDERALI, CON IL RISCHIO CHE VENGA LIMITATA LA VENDITA AL DI FUORI DEI SINGOLI STATI

Nuvole nere si addensano all’orizzonte dei piccoli produttori e delle enoteche statunitesi. Nuvole che hanno un nome: H. R. 1161. Non è una sigla che nasconde un’operazione della Cia, ma più semplicemente è una proposta di legge - presentata da un deputato del Partito Repubblicano - che, se approvata, modificherebbe i criteri legislativi in materia di alcolici. In sostanza, questa materia è, ad oggi, di spettanza federale, vale a dire che le modalità di commercio di vini e liquori sono sottoposte ad una normativa comune per tutti gli Usa. La proposta di legge vuole invece portare (o meglio, riportare, dato che in origine era così) la “famiglia” degli alcolici sotto la legislazione statale: ogni singolo Stato può decidere autonomamente come regolamentare la vendita.

Cosa cambia? Molto, per i dettaglianti e le cantine che fanno vendita diretta. Perché se lo Stato vieta la spedizione al di fuori dei propri confini, questi saranno fortemente svantaggiati rispetto a grossisti e grandi gruppi che si possono permettere di operare su tutto il territorio nazionale. Niente più spedizione diretta: se, per fare un esempio astratto, vi piace tanto il vino di quella certa cantina, o di quella certa enoteca, della Pennsylvania e volete farvelo spedire, auguratevi che la Pennsylvania non vieti la spedizione di alcolici, altrimenti dovrete prendere l’aereo per andarlo ad acquistare direttamente sul posto.

Un danno economico niente affatto trascurabile per i “pesci piccoli”, soprattutto in un Paese che fa ancora fatica a risollevarsi dalla crisi economica mondiale. Per questo la Specialty Wine Retailers Association (Swra), l’organizzazione che riunisce i rivenditori di vino, è sul piede di guerra. “Se sarà approvata, la H. R. 1161 porterà all’estrema conseguenza di escludere i rivenditori di vino al dettaglio dalle clausole di tutela che valgono per tutte le industrie. E tutto per l’allarme infondato, lanciato dai grossisti, che l’autorità dello Stato nella regolamentazione degli alcolici è sotto attacco”, dice Tom Wark, direttore esecutivo del Swra. E continua: “mentre le piccole enoteche private soffriranno enormemente gli effetti della H. R. 1161, i consumatori vedranno drasticamente ridotto il loro accesso al vino, e questo al solo scopo di proteggere i grossisti dalla concorrenza. Che il Congresso voglia giocare un ruolo nell’incoraggiare gli ostacoli al commercio interstatale, che ridurranno gli scambi, danneggeranno il mercato del lavoro e scoraggeranno i piccoli e medi imprenditori, va oltre ogni comprensione. Gli interessi tutelati dalla proposta di legge sono quelli che si avvantaggiano quando il libero commercio è ridotto e quando vengono erette barriere protezionistiche. In questo caso, gli autori del disegno di legge: i grossisti americani della birra, del vino e degli alcolici”.

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