In tempi di mercato globale e di orizzonti sempre più lontani riscoprire e riaffermare la propria identità, i propri valori originari e il legame con il territorio è fondamentale per emergere in un mercato affollatissimo di competitori e di prodotti. Una riflessione che guida anche il nuovo corso di Gancia, uno dei marchi storici e più prestigioso dello spumante italiano, che vanta la primo genitura del metodo classico italiano “creato”, a metà del 1800, da Carlo Gancia. Un messaggio rilanciato dall’amministratore delegato di Gancia, Paolo Fontana, nella festa dei con feritori di uve del gruppo, che ogni anno rinsalda il legame tra la cantina e i coltivatori di uva del terrirorio.
“Si è chiusa una fase e se ne apre un’altra - spiega - dove in nodo centrale è la rifocalizzazione sulla vocazione storica: il marchio Gancia sarà sempre più legato ai prodotti del territorio Alta Langa e Moscato, separando le attività legate al vino. Gancia è un player di rifermento nel settore e sul territorio che sta portando avanti un processo di riposizionamento per riaffermare un’identità forte sia nel mercato sia nel settore e nel territorio stesso. Un’identità legata a tre pilastri che sono la costante della sua storia: il rispetto delle regole e la correttezza sul mercato, il territorio come garanzia di qualità e punto di forza per la promozione, l’innovazione come fattore di distintività. Valori garantiti dalla continuità nel controllo della società da parte della famiglia che hanno consentito a Gancia di diventare e oggi rimanere, rispetto a molti competitor del settore, ambasciatore dell’Italianità e dell”Astigianità” nel mondo, e gli specialisti riconosciuti del Moscato a livello internazionale. Per il Moscato la leadership non è solo quantitativa ma qualitativa: Gancia è l’unica società ad aver creato un’offerta completa di 4 referenze (fino al top di gamma) basata sulle uve moscato”.
E il mercato sembra rispondere bene: nel 2010 Gancia è tornata ad avere una marginalità positiva dopo la flessione iniziata tra il 2008 ed il 2009, e nei primi mesi del 2011 il gruppo ha conosciuto una crescita del 30% all’estero (soprattutto Russia, Far East e Usa) e di un 10% nel mercato italiano, dove sta tornando ai primo posti per volumi venduti. Segno che il piano di riposizionamento e focalizzazione sulle “bollicine” avviato da oltre un anno, sta dando i suoi frutti.
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