Il negoziato sulla Pac, la fiscalità, l’Imu in agricoltura: ecco i temi al centro dell’incontro tra il presidente del Consiglio Mario Monti, il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e le organizzazioni della filiera, da Coldiretti a Confagricoltura, da Cia - Confederazione Italiana Agricoltori a Fedagri Confcooperative e Federalimentare. Dopo la “retata” al Ministero di ieri, dunque, si è tornati a parlare di politica agricola.
“E l’incontro collegiale fatto solo ora - di fatto a fine legislatura - non vuol dire che ci siano stati 12 mesi di “vuoto”, da parte del premier, perché il presidente Monti mi ha chiesto costantemente aggiornamenti ed approfondimenti sul settore, e ha incontrato singolarmente le singole organizzazioni nel corso dell’anno, perché crede che questo settore sia fondamentale anche per lo sviluppo futuro del Paese”, ha spiegato il Ministro Catania, che si è fatto portavoce dell’incontro. E se per le organizzazioni dei produttori agricoli uno dei temi centrali è il negoziato europeo, che riguarda tutto il bilancio Ue e quindi anche i fondi Pac, l’attenzione più immediata è sull’Imu. Sulla quale chiedono che la promessa di revisione delle aliquote in caso di extra gettito su quanto previsto dal Ministero dell’Economia, che si è verificata, ed è prevista dalla legge, venga mantenuta in tempi brevi, almeno per i terreni, sui quali si posseggono i dati (non è così, ancora, per i fabbricati, ndr). “Mi farò carico di contattare il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani - ha detto Catania - per arrivare ad un chiarimento tecnico e tempestivo di questo problema”.
Federalimentare e Fedagri, invece, hanno posto più l’accento sul problema del recupero del credito Iva (spesso le imprese dell’agroalimentare comprano ad aliquote Iva del 10%, e vendono al 20%, ndr), con i tempi di rimborso da parte dello Stato che si allungano, e che creano non poche difficoltà alle imprese, soprattutto sul fronte della liquidità. Ma il Ministro Catania, intervistato da WineNews, parla anche del suo presente e del suo futuro: “non è ancora tempo di bilanci, mancano ancora 3 mesi di legislatura in cui ci sono tante cose in ballo. Devo dire che mi è rimasto un profondo disappunto per non aver potuto chiudere il disegno di legge sul consumo di suolo, perché non ci sarà tempo per convertirlo in legge, ma spero che venga ripreso nell’immediato futuro dalla prossima legislatura, perché è un passaggio culturale, economico e giuridico fondamentale, che mette al centro la salvaguardia dell’agricoltore e del territorio, ed è fondamentale per una nuova visione dello sviluppo del nostro Paese. Se accetterei un incarico di continuità dalla prossima maggioranza? Parlerò dopo le dimissioni ufficiali di questo Governo”.
Se il dl suolo non diventerà legge, quello “sull’articolo 62” sui tempi di pagamento, invece, lo farà, “con il voto di fiducia sul “dl Passera” che arriverà probabilmente nelle prossime ore, con le modifiche proposte (che prevedono, tra l’altro che le cessioni di prodotto tra imprenditori agricoli siano escluse dall’articolo 62, e che si cancelli la nullità completa dei contratti che non contengono tutte le indicazioni obbligatorie previste, ndr) che non ritengo migliorative ma per le quali non mi strappo i capelli”.
Quale che sia il suo futuro personale, il Ministro Catania ha anche parlato, però, del suo “libro dei sogni” per l’agricoltura italiana, una sorta di “lista dei desideri” da consegnare al prossimo Governo (che sarà pubblicata sul blog personale del Ministro, www.mariocatania.eu), quale che sia: “vorrei un nuovo modello di sviluppo per l’Italia, che passa, come ho già detto, da un cambio di mentalità per sul consumo di suolo, ma anche da un grande piano nazionale per l’acqua, che è un crocevia fondamentale, su una risorsa che se non gestita bene ci farebbe perdere fortemente competitività nei prossimi decenni. Vorrei ricostruire o veder ricostruito il credito agrario specializzato, la cui perdita considero una vera iattura per il settore. Vorrei una forte spinta sulle assicurazioni per le imprese agricole, sia sul fronte dei mercati, sempre più volatili, che su quello delle avversità naturali e climatiche, che si sono fatte molto più frequenti e distruttive che in passato. E poi va riscritta l’applicazione della Pac in Italia, con le risorse che vanno concentrate solo sugli agricoltori “veri”, e va rivista tutta la politica di sviluppo rurale, con più attenzione all’impresa agricola”. Sarà ascoltato, dal prossimo Governo (o ne sarà una voce)?
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