“La gestione del padiglione vino per l’Expo 2015 è nelle disponibilità del Ministero delle Politiche Agricole. Non sarà un fiera, questo lo dico chiaramente. Costituiremo un “comitato di saggi” coinvolgendo tutto il mondo del vino, sicuramente VeronaFiere con Vinitaly, i Grandi Cru, per dirne alcuni, ma anche tanti altri. Vorrei che questo padiglione servisse a parlare di vino, ma anche e soprattutto di territori, di terra e di turismo”. Così a WineNews il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia de Girolamo, nella presentazione dell’Atlante dei Territori del Vino Italiano, svela qualcosa in più sul padiglione a cui tutta l’Italia del vino guarda con grandissimo interesse. “Il vino è parabola per l’Italia, e dovrebbe esserlo anche per la politica: siamo partiti dallo scandalo del metanolo, ma poi con lavoro e serietà abbiamo ribaltato un dato negativo in dato positivo, e ora il vino è ambasciatore del nostro meglio nel mondo, ed ecco perché ho voluto fortemente il padiglione vino e voglio l’impegno del mio Ministero, è un’occasione fondamentale in cui, attraverso il vino, possiamo raccontare il meglio dei nostri territori. Per il vino italiano ci sono due grandi sfide. La prima è puntare ancora di più sull’ export, aprire i mercati dove non siamo, e consolidarsi in mercati dove già siamo e dove dobbiamo ancora superare i francesi, perché secondo me siamo più bravi nel fare vino, mentre, loro sono stati più bravi nel marketing. Lottando anche contro italian sounding, wine kit e così via. L’altra sfida, che spetta noi istituzioni, è la semplificazione: i nostri imprenditori perdono troppo tempo dietro alle carte, dobbiamo permettergli di lavorare, di poter investire tempo e risorse per migliorare prodotti e strategie di mercato, e di coinvolgere ancora di più i giovani. Il nostro territorio, la nostra terra è l’unica grande eredità che lasciamo ai nostri figli, va trattata con la cura che merita, perché è questa la vera forza del Paese e dei nostri prodotti. Il vino può essere esempio di come uscire dalla crisi. Il Paese non è consapevole delle opportunità che ha, di quanto, come italiani possiamo essere eccellenti e capaci di unire qualità, storia e bellezza. Ma bisogna smettere di piangersi addosso, e lavorare di più.
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