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IL DEBUTTO DI MARTINA, DA MINISTRO, NEL MONDO DEL VINO: “UNA FILIERA FONDAMENTALE. COME VINITALY E VERONAFIERE, ANCHE IN VISTA EXPO. MA È L'ORA DI SCELTE DECISE E DI SISTEMA, ANCHE SU COME UTILIZZARE IN FONDI OCM. ABBIAMO DAVANTI GRANDI COSE”

Italia
Maurizio Martina

“Il mio Ministero delle Politiche Agricole è aperto, definisce se stesso dalle relazione che ha fuori dal palazzo, non dentro”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, al suo “debutto” ufficiale nel mondo del vino, da titolare del dicastero, nella presentazione dell’edizione n. 48 di Vinitaly.
“Io tengo alla realtà di VeronaFiere e a Vinitaly - ha detto - a quello fatto fin qui, anche nel mio precedente incarico da Sottosegretario, e a quello che si deve ancora fare insieme. Per me si conferma la centralità assoluta di questo lavoro di sostegno al settore agricolo, agroalimentare e vinicolo, che è anche un lavoro quotidiano, e che si può sviluppare di più anche viste le mie nuove responsabilità. La cosa più importante che dobbiamo fare insieme è lavorare un progetto, consolidare le partership seminate in questi mesi. Prendo questa occasione per ribadire l’importanza dell’esperienza del vino italiano, che vogliamo alimentare con grande convinzione. I numeri dicono che si può lavorare moltissimo. A partire dal tema dell’Expo e dell’export, perché se 5 miliardi di euro sono importanti, non ci si può accontentare. Questo settore è strategico in chiave economica, ma non solo: mi impressiona pensare che 4 milioni di persone visitino le cantine, è un dato che va oltre il dato economico. Vuol dire riconoscere che nell’intreccio tra tradizione e innovazione questa esperienza del vino può trainare il dibattito sull’agroalimentare e sul suo ruolo nell’economia anche non solo tra gli addetti ai lavori. Siamo chiamati a grandi cose. VeronaFiere, con Vinitaly e non solo, è stata brava, con capacita e forza invidiabile per qualche Ministero, di prendere armi e bagagli ed andare all’estero. Lavorare così, per l’incoming, come fa VeronaFiere, è un punto di forza assoluto. Dobbiamo lavorare di più insieme per l’internazionalizzazione del settore, per accompagnare lo sforzo delle imprese. Abbiamo già strumenti interessanti seminati con il collegato agricolo, di cui sta per partire la discussione al Senato”.
“Ma ci dobbiamo porre - ha spiegato il Ministro - anche il tema del consumo interno, perché i numeri parlano chiaro, dobbiamo invertire il trend. Abbiamo potenzialità incredibili, per i prossimi 5 anni abbiamo 330 milioni di euro di potenziale investimento, nel vino, che vanno usati tutti, e bene, in operazioni strategiche e di sistema, e non divise in mille rivoli. È il tempo di avere il coraggio per decidere di utilizzare queste risorse per grandi operazioni di sistema, per aiutare l’Italia delle tante ed eccellenti esperienze di realtà medio-piccole a mettersi insieme, che non vuol dire annullare le diversità, ma metterle insieme, potenziarle. Su questo, Vinitaly può darci una grande mano. Dovremmo gestire bene la nuova Ocm, dobbiamo costruire un piano operativo di iniziative e scelte fondamentali, perché dentro questa partita ci giochiamo un pezzo fondamentale della ripresa italiana”.
“Non meno importante è il lavoro - ha detto Martina - sulla proposta di testo “Unico del Vino”, presentata di recente alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato. È un buon punto di partenza, lavoreremo per capire come unificare, semplificare e riorganizzare le norme, per non far impazzire le aziende. E poi c’è l’Expo 2015 di Milano, che per me è fondamentale, come è l’esperienza fatta fin qui a Vinitaly. Si vedranno a breve novità sull’interazione che si può fare tra Expo e Vinitaly. L’ho detto e lo ribadisco: Vinitaly sarà sicuro protagonista, è la massima espressione del saper lavorare nel vino, non ho dubbi, sarà fondamentale. Nei prossimi giorni faremo passi avanti, per accompagnare le migliori esperienze che abbiamo in questo settore, il Ministero lo farà guardando a tutto l’agroalimentare italiano. L’expo sarà una tappa cruciale per l’Italia intera, per riconoscere i punti di forza e trattarli in prospettiva futura. È chiaro che non risolverà tutti i problemi, l’expo, ma è un’occasione da valorizzare al massimo. Non possiamo essere un Paese che non coglie neanche le occasioni che ha”.

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